Tamara Lunger: «Io, gli Ottomila e la Felicità»
Martedì 21 marzo nella Sala storica della Sosat a Trento la celebre alpinista presenterà al festiva il suo «Fresco di stampa»
Per tutti gli appassionati di montagna, ma non solo, martedì 21 marzo, alle 18.30, alla Sosat (via Malpaga 17) si svolgerà uno degli eventi più attesi dell’anno della rassegna «MontagnaLibri 365» del Trento Film Festival: l’incontro con la famosissima alpinista Tamara Lunger che presenterà il suo libro «Io gli ottomila e la felicità».
A dialogare con l’autrice sarà il giornalista e storico dell’alpinismo Sandro Filippini.
All’evento, organizzato dal Trento Film Festival in collaborazione con la Sosat, la Rizzoli e la «Piccola Libreria» di Lisa Orlandi, parteciperanno, tra gli altri, la direttrice del Trento Film Festival, Luana Bisesti e il presidente della Sosat, Luciano Ferrari.
In questo libro la giovane e fortissima alpinista, che si definisce «Una sognatrice innamorata delle montagne», si racconta, sia parlando dell’impresa del Nanga Parbat, tentata nel febbraio 2016 con Simone Moro, il quale raggiunge la vetta, mentre Tamara, a causa di un malore, decide di rinunciare a soli 70 metri dalla cima per non mettere in difficoltà i compagni di cordata in fase di discesa; sia scavando molto anche nel proprio mondo e dentro sé stessa.
Tamara Lunger (nata a Bolzano, 31 anni, grande sportiva, vincitrice nel 2008 dei Campionati del mondo under 23 di sci-alpinismo) ha coltivato da sempre il sogno di scalare gli ottomila della Terra: nel 2010 è salita sul Lhotse (8.516 m) e nel 2014 sul K2 (8.611 m); nel 2016 la prima invernale con Simone Moro al Nanga Parbat, dove, appunto, ha rinunciato a pochi metri dalla cima, per consentire al compagno di portare a termine l’impresa.
Quella di Tamara è una personalità dirompente che, cresciuta a profondo contatto con la natura, abituata fin da piccola a mettersi alla prova nello sport, coltiva la passione per l’alpinismo come un modo per trovare sé stessa.
«Certo, essere una donna in un ambiente finora quasi solo esclusivamente maschile – ha spiegato l’alpinista – ha un prezzo: al campo base bisogna farsi valere, dimostrare che si è capaci di sforzi da uomini e magari anche tenere a bada alpinisti che sembrano marinai appena scesi da una nave.»
Ma Tamara vive l’alpinismo come un modo per migliorarsi costantemente, essere in armonia con il cosmo. Per lei la sfida in montagna ha infatti anche qualcosa di spirituale, avvicinandola a Dio. E alla felicità.
«Leggere le pagine del suo libro ora avventurose ora meditative – hanno scritto di lei – è come fare un’iniezione di energia pura.»
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