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Trento Film Festival: «Cammino scalzo e amo la natura»

A MontagnaLibri presentato «A piedi nudi» dell’autore trentino Andrea Bianchi – Pratica in crescita: nelle Marche si sta costituendo un’accademia

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C’è chi in montagna corre. Oltre ovviamente arrampicare o passeggiare. E chi ci va scalzo. Una pratica in crescita tanto che a Smerillo, nelle Marche, si sta costituendo una scuola di camminata scalza, un’accademia.
A «MontagnaLibri», nel tendone di piazza Fiera, è stato presentato «A piedi nudi. Il cammino silenzioso dalla A alla Z» del trentino Andrea Bianchi, socio del Gruppo italiano scrittori di montagna (Gism), editore, giornalista, ingegnere.
In dialogo con l’autore, Carlo Ancona del direttivo del Trento Film Festival e Simonetta Paradisi, direttrice artistica del festival «Le parole della montagna» che si svolge a Smerillo, in provincia di Fermo, nelle Marche.
Tutti, per essere nella parte, a piedi nudi.
 
Bianchi non è che abbia proprio iniziato per caso ad andare in montagna, o lungo i greti dei torrenti o sui sentieri, a piedi nudi.
Stava camminando su uno sterrato e le scarpette supertecniche gli davano fastidio. Se le è tolte e a contatto con la madre terra si è trovato bene, a proprio agio.
Ha iniziato ad informarsi e ha scoperto che in Germania e negli Stati uniti la pratica era già, in qualche maniera, piuttosto diffusa.
Da ingegnere qual è ha studiato gli effetti benefici della trasmissione di energia e del contatto elettrico col terreno, ha fatto del giardino di casa una sorta di palestra e si è messo al pc per scrivere il suo primo libro, «Il silenzio dei passi».
 
E nel secondo, «A piedi nudi» ha messo a frutto tutti gli incontri fatti e le esperienze maturate nell’ultimo anno.
«Nessuna pratica new age, men che meno siamo una setta – tiene a precisare – Piuttosto, una ricerca del benessere a contatto con la natura, che ho imparato ad amare.
«D’altronde – aggiunge – camminare scalzi è l’esperienza più semplice che l’uomo possa fare”.
Ne elenca poi gli effetti benefici per quanto riguarda la postura, gli aspetti cardio-circolatori e psicologici, visto che è un’azione che sollecita l’attenzione, se non si vuole rischiare di farsi male ai piedi.
 
Dalla A di «acqua» alla Z di «zona comfort» è tutta una serie di approfondimenti fisiologici, fisici, chimici, esperienziali e tanto altro.
«L’importante – aggiunge l’autore – è camminare sui sentieri o in altri luoghi, che si tratti di pianura o di montagna, purché siano naturali.»
Insomma, niente asfalto.
«Vi invito – conclude Bianchi – a togliervi le scarpe.
«Vi auguro un cammino ricco di scoperte. Provateci.»

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