«Per favore... non mordermi sul collo!» – Di Roman Polański
I vampiri a Trento con uno dei film più famosi di Roman Polanski martedì 20 febbraio, ore 18, spazio Alpino SAT di Trento – Ingresso gratuito
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I vampiri arrivano a Trento! Naturalmente non in carne e ossa, ma con uno dei film più noti e divertenti del celebre regista, attore e sceneggiatore Roman Polanski.
L’appuntamento con questo film da non perdere, girato tra le montagne di Ortisei e l’Alpe di Siusi, è organizzato dal Trento Film Festival 365 e SAT nell’ambito del «Laboratorio alpino delle Dolomiti Bene UNESCO». Presenterà il critico cinematografico Gianluigi Bozza.
«Per favore… non mordermi sul collo», del 1967, rappresenta un omaggio, ricco di ironia, alla cinematografia vampiresca. È uno dei film di maggiore successo di Roman Polanski, dal quale è stato tratto il fortunatissimo musical teatrale Tanz der Vampire, di Michael Kunze e Jim Steinman, diretto dallo stesso Polanski. La pellicola ha inoltre parzialmente ispirato molte altre opere, tra cui Fracchia contro Dracula (1985) di Neri Parenti.
Il conte Dracula (o Nosferatu), «il principe delle tenebre», protagonista di un popolarissimo romanzo gotico del 1897 dell’irlandese Bram Stoker, è fin dagli anni ’20 del secolo scorso uno dei principali personaggi della storia del cinema soprattutto del genere horror.
Al suo quarto lungometraggio nel 1967 (il primo di coproduzione hollywoodiana) il polacco Roman Polanski, con questo film ha rivisitato in chiave irridente e parodistica l’universo narrativo dei vampiri.
Polanski, nella pellicola, interpreta il ruolo di Alfred, il giovane goffo assistente dello stralunato professor Ambrosius (Jack MacGowran), un luminare negli studi sul vampirismo.
I due raggiungono un castello tra i Carpazi dove si vocifera vi sia la presenza di una comunità di vampiri.
Il conte Von Krolock, proprietario del castello, cerca di vampirizzarli in modo da inserirli nella sua corte notturna.
Alfred e Ambrosius hanno un gran da fare per evitare di essere contagiati, ma a causa della distrazione cronica del professore e dell’innamoramento del giovane assistente per la bella Sarah, diffonderanno loro malgrado i vampiri nel mondo.
Con un ritmo vertiginoso la pellicola rielabora gran parte delle situazioni tipiche del genere esposte in sequenza volutamente accademica (il cacciatore di vampiri, il villaggio dei montanari, la bella insidiata dal mostro, il vampiro aristocratico e tenebroso, il mostruoso servitore, il castello tra le montagne...), le ripulisce dal loro tratto macabro per dare risalto al lato fiabesco e avventuroso, quando non esplicitamente comico, e spesso ribaltando i significati.
Il ruolo di Sarah nel film è stato interpretato da Sharon Tate, diventata l’anno successivo moglie di Polansky e uccisa nel 1969 dalla setta guidata da Charles Manson.
Nel 2001 Matthias Höglinger con il documentario Vampire in Gröden (presentato al Trento Film Festival) rievoca l’impatto che la pirotecnica presenza di Polanski e dei suoi collaboratori creò in Val Gardena, dando voce agli albergatori che ospitarono la troupe e a chi collaborò alla lavorazione come comparsa, autista, facchino, artigiano.
Alfred e Ambrosius hanno un gran da fare per evitare di essere contagiati, ma a causa della distrazione cronica del professore e dell’innamoramento del giovane assistente per la bella Sarah, diffonderanno loro malgrado i vampiri nel mondo.
Con un ritmo vertiginoso la pellicola rielabora gran parte delle situazioni tipiche del genere esposte in sequenza volutamente accademica (il cacciatore di vampiri, il villaggio dei montanari, la bella insidiata dal mostro, il vampiro aristocratico e tenebroso, il mostruoso servitore, il castello tra le montagne...), le ripulisce dal loro tratto macabro per dare risalto al lato fiabesco e avventuroso, quando non esplicitamente comico, e spesso ribaltando i significati.
Il ruolo di Sarah nel film è stato interpretato da Sharon Tate, diventata l’anno successivo moglie di Polansky e uccisa nel 1969 dalla setta guidata da Charles Manson.
Nel 2001 Matthias Höglinger con il documentario Vampire in Gröden (presentato al Trento Film Festival) rievoca l’impatto che la pirotecnica presenza di Polanski e dei suoi collaboratori creò in Val Gardena, dando voce agli albergatori che ospitarono la troupe e a chi collaborò alla lavorazione come comparsa, autista, facchino, artigiano.
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