Quel fenomeno che si chiama «Festival di Sanremo»
Nessuno confessa di amarlo, ma la share è stata del 74%: 14,3 milioni di spettatori
Può piacere o non piacere, ma il Festival di Sanremo è entrato a tutti gli effetti nel mondo degli appuntamenti mondiali più importanti, paragonabile insomma alla «Notte degli Oscar».
E possiamo dire che, a dispetto delle dichiarazioni pubbliche, anche questa edizione ha raggiunto il massimo dei voti. La share è stata del 74,1%, quasi il 10% in più dello scorso anno e quasi 4 milioni di spettatori in più.
Il successo ha accreditato sostanzialmente al conduttore Amadeus, che ha saputo variegare il susseguirsi degli spettacoli, senza mai annoiare né dare nulla per scontato.
Ma anche Fiorello ha avuto la sua buona parte. Non solo ha ravvivato la serata di ieri con le sue battute smart, ma ha anche saputo trasformare gli insuccessi in gag e sdrammatizzare i momenti imbarazzanti.
Quanto alle canzoni, che alla fine sono la portante del Festival, la vittoria di Angelina Mango non ha deluso le aspettative.
Certamente una vittoria di Geolier avrebbe irritato i critici, severi e austeri come sempre. Basti pensare che il 60% dei votanti da casa ha inviato SMS a suo favore, mentre le giurie della Stampa e delle radio hanno modificato il punteggio.
Loredana Bertè è piaciuta a tutti, ma evidentemente non abbastanza. Mahmood, con una canzone solida, era atteso tra i primi, ma così non è stato.
Anche Fiorella Mannoia era considerata tra i favoriti, ma forse è stata più brava lei della canzone che ha presentato.
I Ricchi e Poveri sono stati massacrati dalla critica, come i Jalis («Sono stati via 27 anni, speriamo che ne stiano lontani per altri 27…»).
Tra gli ospiti, il ritorno di Allevi ha emozionato tutti e forse è stato il momento più importante del Festival.
Russel Crowe è piaciuto come personaggio, mentre John Travolta ha fatto… ridere (non solo per colpa sua).
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