Lettere al direttore (con due foto) – Ivana Merlo
In una desolante discarica vivono di gemiti e di noia tre giovani cani da caccia
Nelle campagne di Cles, abbandonati in una baracca cadente e soffocante, tappezzata di reti oscuranti, il vicino orizzonte affollato di cumuli di bidoni con avanzi di vernici, sacchi aperti di concimi e veleni, travi con i chiodi fuoriusciti, macchinari ingombranti, rottami, mucchi di pietre aguzze e taglienti, in questa desolante discarica, vivono di gemiti e di noia 3 giovani cani da caccia.
Li abbiamo trovati un giorno di primavera, disperati per la loro prigionia; i 2 grandi bracchi neri abbracciati, quasi a sostenersi nella malasorte a loro toccata, i musi schiacciati fra i buchi della rete in parte morsicata e sbrindellata e sotto i loro toraci il piccolo segugio che urlava il suo aiuto.
Segnalato immediatamente all'Apss Veterinaria, il proprietario a tutt'oggi è ancora insolvente alle prescrizioni impostegli d'autorità. Passati due mesi e mezzo i cani sono rimasti detenuti nella stessa catapecchia indecente, circondati da uno spazio ancora più ingombro di prima, non si vede alcuna area di sgambamento e nessun passaggio aperto fra questa e le cucce che permetterebbe il movimento libero, indispensabile come il pane quotidiano.
Anche questo «signore» ha chiesto tempo, snocciolando le solite ingannevoli e ricorrenti promesse:
«Allargherò il recinto, preparerò una vasca per i bagni (sic!), assicuro la passeggiata...»
Il padrone assicura? Ma tutto ciò e ben altro è già contemplato dalla legge 189/04 e se non la rispetta incorre nel reato di maltrattamento verso i suoi animali, i quali hanno diritto al rispetto, al benessere e alla tutela.
Solo l'amore non si può imporre e queste creature, come tantissime altre, l'amore non lo conosceranno mai.
Ivana Merlo
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