La biodiversità alpina e le sue minacce attuali e future
Gli uccelli di montagna come sentinelle del cambiamento climatico
Fringuelli alpini.
Pernice bianca, fringuello alpino, culbianco, merlo dal collare, civetta capogrosso, solo per citarne alcuni: il nuovo appuntamento di «Incontri al museo per parlare di fauna» è dedicato agli uccelli di montagna.
Mercoledì 6 marzo alle 20.45 il MUSE – Museo delle Scienze di Trento accoglie Dan Chamberlain, docente di Ecologia e co-autore del libro «Ecology and Conservation of Mountain Birds», e Riccardo Alba, ricercatore del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino, per fare il punto sull’avifauna alpina e sui pericoli che minacciano la biodiversità delle alte quote.
Da un punto di vista ornitologico, le montagne contengono la metà degli hot-spots di biodiversità a livello globale. Si stima che almeno il 12% degli uccelli in tutto il mondo si riproduca al limite del bosco o al di sopra di esso. Tuttavia, gli uccelli delle alte quote, molti dei quali sono specie endemiche o di interesse conservazionistico, sono sempre più minacciati dalla crescente pressione causata dalle attività umane e dai cambiamenti climatici.
Pernice bianca.
«Gli habitat di alta montagna – anticipano Dan Chamberlain e Riccardo Alba del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino – sono importanti a livello globale per la biodiversità. Tuttavia, anche a causa delle difficoltà legate allo studio di questi uccelli in habitat di difficile accesso, la biodiversità montana è meno studiata rispetto a quella dei contesti di pianura e si sa poco sullo stato e sulle tendenze di queste specie».
Durante la serata al MUSE i due ricercatori porteranno la loro esperienza di studio sul campo, spiegando l’importanza delle Alpi quali scrigno di biodiversità e, con alcuni esempi dedicati alle specie da loro studiate, come le attività umane possano incidere sulla loro distribuzione e demografia. Con l’aiuto di modelli e previsioni, verranno illustrati gli effetti dei cambiamenti climatici sul futuro dell’avifauna alpina e della biodiversità.
La serata sarà occasione per approfondire aspetti poco noti dell’ecologia e del comportamento di alcune delle specie che nidificano negli ambienti alpini d’alta quota e, dialogando con i relatori, comprendere il forte impegno in atto per colmare le lacune in campo scientifico al fine di conservare le speciali comunità di uccelli che popolano le Alpi.
Introduce l’incontro Paolo Pedrini, responsabile dell’Ambito di ricerca Biologia della conservazione – Ufficio Ricerca e Collezioni MUSE.
BIOGRAFIE
Daniel Edward Chamberlain è professore ordinario di Ecologia presso l’Università degli Studi di Torino. Da quasi 30 anni studia gli effetti dei cambiamenti ambientali e climatici sulle popolazioni di uccelli.
Attualmente, i suoi interessi di ricerca riguardano due habitat profondamente diversi: negli ambienti alpini indaga gli effetti del cambiamento climatico sulla distribuzione altitudinale degli uccelli; mentre gli studi condotti nei contesti cittadini intendono approfondire il legame tra condizioni socio-economiche e biodiversità urbana e l’identificazione delle caratteristiche più importanti degli spazi verdi per le popolazioni di uccelli. È co-autore del libro «Ecology and Conservation of Mountain Birds (2023)».
Riccardo Alba è ricercatore post-doc presso l’Università di Torino. Dopo aver completato un dottorato di ricerca sul successo riproduttivo e la biodiversità degli uccelli alpini lungo i tracciati delle valanghe, attualmente studia gli effetti dell’inurbamento sulle popolazioni di uccelli delle città italiane.
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
- Mercoledì 10 aprile 2024. Tra spiaggia e mari: storie di uccelli del Mare Nostrum
- Mercoledì 8 maggio 2024. La signora dei fiumi: il silenzioso ritorno della lontra nelle Alpi
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