È primavera, riparte il volo dei maggiolini: ma è sotto controllo
Il 2013 è l'anno di volo principale nel ciclo di sviluppo triennale del maggiolino in gran parte della nostra regione
Il Dr. Roland Zelger, esperto del Centro di Sperimentazione Laimburg, la racconta così.
«Il 2013 è l'anno di volo principale del maggiolino in Alto Adige. In fondovalle, di norma, il volo parte nei primi giorni di aprile. Ma quest'anno il maltempo e le basse temperature hanno ritardato l'inizio del volo dei maggiolini. I primi giorni di bel tempo durante il finesettimana scorso però hanno favoreggiato l'uscita dei maggiolini dai suoli. Di sera, si potranno osservare maggiori quantità di maggiolini in volo nella Bassa Atesina e nella Valle d'Adige.»
Difatti, l'aumento della quantità degli insetti nell'anno di volo del maggiolino è un fenomeno ricorrente dovuto al ciclo di sviluppo triennale dell'insetto e non presenta un fatto inconsueto.
In paragone agli anni di volo precedenti il numero di maggiolini in volo nei dintorni di Ora è ulteriormente calato.
Inoltre, i dati rilevati durante gli ultimi tre anni hanno evidenziato pochi danni dalle larve del maggiolino. «Ciò è confermato anche dalla nostra valutazione dell'intensità di volo di quest'anno, – ribadisce Zelger. – Non ci saranno quindi da aspettarsi problemi neanche nel corso dei prossimi anni. Nelle zone, dove le misure di regolamento della popolazione del maggiolino sviluppate alla Laimburg sono state impostate, la popolazione del maggiolino è sotto controllo.»
Il maggiolino segue un ciclo di sviluppo triennale o quadriennale che dipende dall'altitudine e dalla zona.
Le femmine depositano le uova nel suolo ad aprile e maggio. Dopo sei settimane l'uovo schiude.
Le larve poi passano due anni nel suolo e possono causare anche gravi danni alle radici delle piante. Dopo due anni le larve si impupano e sgusciano i maggiolini che svernano pur sempre nel suolo.
Nella primavera successiva parte il volo del maggiolino diretto alla sua riproduzione e il ciclo di sviluppo riparte.
Il maggiolino stesso si nutre di foglie degli alberi. Preferibilmente colpisce faggio e rovere, ma non disdegna neanche noci o alberi drupacei.
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