Istat: l'Italia non è un paese per giovani
Emerge dal Censimento permanente della Popolazione e delle Abitazioni del 2021
L’Italia non è un paese per giovani: diminuiscono nascite, popolazione e stranieri e aumentano gli anziani. La popolazione censita in Italia al 31 dicembre 2021 è di 59.030.133 residenti, in calo dello 0,3% rispetto al 2020 (-206.080 individui).
L’Istat diffonde i dati del Censimento permanente della Popolazione e delle Abitazioni del 2021.
Il nostro è un Paese sempre più vecchio. L’età media si è innalzata di tre anni rispetto al 2011 (da 43 a 46 anni).
La Campania continua a essere la regione più giovane (età media di 43,6 anni) mentre la Liguria si conferma quella più anziana (49,4, anni).
Il decremento di popolazione interessa soprattutto il Centro Italia (-0,5%) e l’Italia settentrionale (-0,4% sia per il Nord ovest che per il Nord est), è più contenuto nell’Italia meridionale (-0,2%) e risulta minimo nelle Isole (appena 3mila unità in meno).
Il nostro è un Paese sempre più vecchio
L'età media si è innalzata di tre anni rispetto al 2011 (da 43 a 46 anni). La Campania continua a essere la regione più giovane (età media di 43,6 anni) mentre la Liguria si conferma quella più anziana (49,4, anni).
La più giovane struttura per età della popolazione straniera rallenta il processo di invecchiamento della popolazione residente in Italia.
L'età media degli stranieri è più bassa di oltre 10 anni rispetto a quella degli italiani (35,7 anni contro 46 anni nel 2021).
Si sta riducendo però il peso relativo dei minori, che rappresentano il 20,8% della popolazione straniera censita (quota pari al 21,3% nel 2001).
Il calo di popolazione non è dovuto solo al saldo naturale negativo ma è da attribuire in parte alla diminuzione della popolazione straniera.
Gli stranieri censiti sono 5.030.716 (-141.178 rispetto al 2020), con un’incidenza sulla popolazione totale di 8,5 stranieri ogni 100 censiti.
Ancora elevato è l’impatto del numero di morti da Covid-19 sulla dinamica demografica nel 2021: il totale dei decessi (701.346), sebbene in diminuzione rispetto all’anno precedente (quasi 39mila decessi in meno), rimane significativamente superiore alla media 2015-2019 (+8,6%).
Il decremento di popolazione è molto più limitato nei comuni della classe 5-20mila abitanti e in quella fino a 5mila abitanti (che insieme rappresentano il 70% dei comuni italiani). Nei 44 comuni con oltre 100mila abitanti solo 5 guadagnano popolazione, per i restanti 39 si registra un calo rispetto al Censimento 2020 di circa 115mila residenti.
Il rapporto maschi - femmine
Le donne rappresentano il 51,2% della popolazione residente, superando gli uomini di 1.392.221 unità. Il rapporto di mascolinità è pari a 95,4 uomini ogni 100 donne; il più alto si registra in Trentino-Alto Adige (97,7), quello più basso in Liguria (92,6) che è anche la regione con il più alto indice di vecchiaia (267,2).
L’effetto dell’aggiustamento statistico censuario non è uniforme sul territorio: il saldo è negativo nel Nord e al Centro e positivo nel Mezzogiorno; in particolare, nell’Italia Meridionale sono state conteggiate come abitualmente dimoranti 58mila unità in più rispetto alla popolazione calcolata, e quasi 40mila unità in più nelle Isole, mentre nel Centro-Nord quasi 42mila in meno.
Se dunque l’ammontare di popolazione al 31 dicembre 2021 è inferiore a quello del 2020 in tutte le ripartizioni, il calo di popolazione interessa in particolare il Centro (-0,5%) e il Nord (-0,4% in entrambe le ripartizioni) mentre è più contenuto nell’Italia Meridionale (-0,2%) e minimo nelle Isole (dove la diminuzione della popolazione residente è di appena 3mila unità).
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