I dati del registro imprese al 31 dicembre 2022
La serie storica dei dati raccolti negli ultimi dodici anni dalla Camera di Commercio evidenzia la significativa trasformazione del comparto: perso il 10%
Tra la fine del 2010 e il termine del 2022 in Trentino si registrano 630 negozi di commercio in via prevalente in meno.
Si tratta di una diminuzione significativa con una perdita di poco più del 10% delle unità locali provinciali.
Peraltro, il fenomeno ci accomuna a molte altre province italiane, alcune delle quali hanno registrato contrazioni anche più significative.
Dal punto di vista geografico questa graduale «desertificazione» commerciale non interessa tutti i territori con la stessa intensità.
Le comunità di valle più colpite risultano essere la Valle di Fiemme, le Giudicarie, gli Altipiani Cimbri e la Valsugana e Tesino, mentre la Rotaliana, la Paganella e l’Alto Garda e Ledro denotano una maggiore resistenza.
Il mutamento della struttura commerciale non interessa solo l’aspetto geografico, ma anche la specializzazione dell’attività di vendita.
In particolare, in questo stesso arco di tempo, si nota una diminuzione significativa degli esercizi al dettaglio di articoli di abbigliamento (-103 unità) e prodotti tessili (-81), di ferramenta-vernici-vetro piano-materiali da costruzioni (-90) e di giornali-articoli di cancelleria (-75).
In controtendenza, invece, i negozi dediti alla vendita di medicinali (+46 unità), di altri prodotti alimentari in esercizi specializzati (+36) e di articoli medicali e ortopedici (+25).
Con riferimento ai dati più recenti, elaborati dall’Ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio di Trento, alla fine dello scorso anno risultano iscritte 8.200 unità locali (negozi), dedite in via prevalente o secondaria al commercio al dettaglio, per una superficie di vendita pari a 913.316 m2.
Quest’ultima in particolare è stata interessata da una crescita significativa nell’arco temporale considerato, portando la superfice media dei punti vendita dai 114 m2 del 2010 ai 138 m2 nel 2022.
Se si considerano insieme i due comuni di Trento e Rovereto, risulta che i loro territori ospitano il 28,7% degli esercizi commerciali in sede fissa dell’intera provincia e il 34,8% della superficie di vendita.
In termini approssimativi, però, il peso del comune capoluogo è circa 2,5 volte quello del comune di Rovereto.
Seguono Riva del Garda con 425 esercizi, per una superficie di vendita complessiva di 38.184 m2, e Pergine Valsugana con 307 unità commerciali e una superficie di vendita di 36.441 m2.
A fine 2022, in provincia di Trento sono 934 le imprese che svolgono attività di vendita al dettaglio al di fuori dei negozi di cui 472 dedite al commercio al dettaglio ambulante, in diminuzione negli ultimi anni e 289 al commercio on-line (+234 rispetto al 2010).
Seguono 80 unità locali che svolgono vendita a domicilio, 23 che effettuano commercio per mezzo di distributori automatici e 53 che commerciano per corrispondenza, telefono, radio, televisione e (anche) Internet.
Considerando il settore del commercio all’ingrosso, al 31 dicembre 2022, in provincia di Trento si contano 1.288 imprese registrate e 1.154 imprese attive.
Nel corso degli ultimi dodici anni entrambe le categorie del settore hanno riscontrato un calo graduale: rispetto al 2010 le registrate sono diminuite di 246 unità e le attive di 205 unità (-15%).
Con riferimento all’occupazione e considerando i lavoratori delle unità locali ubicate in provincia, si riscontra che il commercio al dettaglio offre lavoro a 15.854 addetti, mentre il commercio all’ingrosso impiega complessivamente 7.014 unità.
«Il peso del comparto commerciale all’interno del sistema economico della nostra provincia è tale da meritare un’attenzione specifica da parte degli studi statistici camerali, – ha commentato Giovanni Bort, Presidente della Camera di Commercio di Trento. – L’evoluzione del settore porta, infatti, a un processo di selezione significativo sul territorio provinciale che induce a riflessioni sostanziali anche in ambito sociale.
«Mi riferisco alla contrazione del numero dei cosiddetti negozi di prossimità che cedono alla preponderanza dei centri commerciali o alla forte espansione degli acquisti online.
«Sarà nostra cura proseguire con un costante monitoraggio delle attività di commercio, utile e disponibile per impostare le politiche necessarie a favorire uno sviluppo del territorio che tenga conto di tutte le dimensioni implicate.»
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