Morti sul lavoro in Italia: 75 decessi al mese, quasi 3 al giorno
Sono 346 gli infortuni mortali registrati in occasione di lavoro (+1,2%) e 104 quelli in itinere – Il Trentino in testa a questa triste classifica
La situazione è sempre più drammatica per l’osservatorio Vega Engineering per l’elevata incidenza di mortalità dei giovanissimi con un’età compresa tra i 15 e i 24 anni.
Quasi il 100% in più rispetto ai colleghi nella fascia tra i 25 e i 34 anni. E fino ai 14 anni si rilevano ancora 30.712 denunce di infortuni (oltre il 10% del totale).
E il livello d’emergenza è elevato ancora per i lavoratori stranieri: il loro rischio di infortunio mortale è quasi doppio rispetto agli italiani, con un’incidenza di mortalità di 25,3 contro il 13,8 degli italiani.
Sempre in diminuzione dall’inizio dell’anno le denunce di infortunio totali: -22,4% rispetto a giugno 2022. Un dato positivo che anche a chiusura del primo semestre è importante spiegare: nei primi sei mesi del 2022, infatti, gli “infortuni per covid” erano ancora molto numerosi. Dunque, è la conclusione dell’emergenza sanitaria la vera causa di questo significativo decremento.
L’attività manifatturiera rimane il settore più colpito dagli infortuni (35.503).
Sul podio dell’insicurezza in zona rossa ci sono: Trentino Alto Adige, Umbria, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia.
Questa è la prima istantanea della mappatura dell’emergenza dell’osservatorio Vega Engineering che aiuta a capire dove i lavoratori hanno rischiato maggiormente la propria vita da gennaio a giugno 2023.
Il rischio di morte, regione per regione, da gennaio a giugno 2023
Dalla zona rossa alla zona bianca.
In zona rossa nel primo semestre del 2023 con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 15 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Umbria, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. In zona arancione: Valle D’Aosta, Campania, Calabria, Sicilia, Piemonte e Puglia. In zona gialla: Veneto, Lombardia, Lazio, Marche, Emilia Romagna e Liguria. In zona bianca: Sardegna, Basilicata, Toscana e Molise.
«Giunti a metà anno il bilancio è ancora drammatico. Nel corso dei 14 anni in cui monitoriamo quotidianamente l’emergenza, constatiamo mese dopo mese come la situazione sia grave, anzi gravissima.
«E a testimoniarlo, purtroppo, è il numero dei decessi in occasione di lavoro, che rimane stabile negli anni.
«Ciò significa che il livello di sicurezza raggiunto negli ambienti di lavoro non è sufficiente a tutelare la vita dei lavoratori.»
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