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Il G7 a Trento sull’intelligenza artificiale si è concluso

Popolazione e pubblici esercenti hanno sofferto senza lamentarsi. Ma cosa è stato deciso alla fine del summit?

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Il summit in Sala Falconetto di Palazzo Geremia - Foto Carlo Alberto Covelli.

Come si sa, l'Intelligenza Artificiale è il tema affrontato nell’appuntamento che si è svolto Trento.
Erano presenti i ministri che si occupano del digitale dei governi di Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Canada e Giappone.
Affiancati a loro c’erano delegati dell’unione Europea, del Brasile, della Corea del sud, degli Emirati arabi uniti, dell’Ucraina e agenzie delle Nazioni unite.
Ma di cosa hanno parlato? E che cosa hanno concluso?
In sostanza, i delegati sono partiti dalle determinazioni del cosiddetto «Processo di Hiroshima» (vedi nota nel riquadro), che esprimeva i principi guida internazionali, per sviluppare argomenti specifici, in particolare sui ruoli dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione.

l quadro strategico globale del processo di Hiroshima sull'IA si articola in quattro pilastri:
- Analisi dei rischi prioritari, delle sfide e delle opportunità dell'IA generativa,
- I principi guida internazionali del processo di Hiroshima per tutti gli attori dell'IA nell'ecosistema dell'IA,
- Il codice di condotta internazionale del processo di Hiroshima per le organizzazioni che sviluppano sistemi avanzati di IA,
- Cooperazione basata su progetti a sostegno dello sviluppo di strumenti di IA responsabili e migliori pratiche.

L'Italia si è presa l'impegno di elaborare una regolamentazione sull’impiego degli algoritmi nei servizi pubblici e la scrittura di un compendio sui servizi pubblici digitali.
Ma il G7 si è impegnato a garantire una rete internet «libera, aperta, globale, interoperabile, affidabile e sicura», impedendo la frammentazione, che mina le funzioni globali di internet, e combattere ogni tentativo di sovvertire questo ordine.
Un messaggio diretto alla Cina, senza menzionarla, che da tempo con Russia e alcuni paesi arabi e africani vuole proporre un modello di internet frammentato e più facilmente controllabile dai governi.
Una dichiarazione che fa il paio con l'impegno a investire sui cavi sottomarini nell'Artico e nel Pacifico, come anticipato da Wired. Bypassando, nel caso delle infrastrutture nei mari del Nord.
«La rotta artica ci sembra la più realizzabile», – ha detto il ministro per le Imprese e il made in Italia, Adolfo Urso.

Il G7 costituirà anche un gruppo di lavoro sui chip, sugli sviluppi della ricerca e le necessità industriali. L'Italia si è impegnata a costituire questa rete.
Obiettivo: non farsi trovare impreparati a sostenere investimenti nei paesi «amici».
Sarà anche sviluppato un centro di sviluppo dell'AI dedicato alle economie emergenti. Un progetto con cui il G7 cerca di fare concorrenza alla Cina nella diffusione dei suoi modelli e dei suoi investimenti del settore.
Nelle prossime due settimane il governo italiano intende mettere nero su bianco un disegno di legge sull'intelligenza artificiale.
 
L'approvazione dell'AI Act, il regolamento europeo che fissa la prima legge mondiale complessiva sul tema, impone a Roma di tenersi dentro l'alveo del provvedimento comunitario.
E quindi sono difesa, sicurezza (esclusi dalla norma Ue) e golden power (il potere del governo di intervenire su fusioni e acquisizioni, se riguardano materie di interesse nazionale) i temi su cui il governo potrà formulare una sua risposta.
Butti ha spiegato che sicurezza e golden power entrano già nel disegno di legge sulla cybersecurity in discussione.
Ma, ha aggiunto in risposta a una domanda di Wired, «in questi ultimi giorni andremo ad affinare anche giuridicamente come definire il golden power sull'AI, ma dobbiamo riferirci all'AI Act e, con questo disegno di legge dedicato, consentire al sistema industriale di adeguarsi».

Alla fine è stato redatto e sottoscritto dai 7 delegati il rapporto che prevede il mantenimento degli impegni dei vari governi a proseguire sulla strada indicata.

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