Ieri l’innovazione della bicicletta del futuro è stata protagonista
In Progetto Manifattura il ciclista dei record Francesco Moser e il vicepresidente Olivi
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La bicicletta del futuro? Sarà tecnologica, amica dell’economia locale e attenta alle diverse esigenze di chi la utilizza.
A sostenerlo il campionissimo Francesco Moser e il vicepresidente della provincia Alessandro Olivi, protagonisti ieri, martedì 10 luglio, in Progetto Manifattura a Rovereto, di un approfondimento culturale interamente dedicato alla due ruote.
I lavori sono cominciati nel pomeriggio, con un workshop a cui hanno partecipato 40 esperti della bikeconomy trentina, espressione dei diversi mondi della ricerca, dell’impresa, del turismo e della pubblica amministrazione.
Tra i macro-trend emersi, l’implementazione della bici elettrica come mezzo per favorire l’invecchiamento attivo della popolazione e la costruzione di modelli di trasporto pubblico sempre più integrati ed efficienti.
A seguire, appuntamento al cinema, con la proiezione del docufilm «Scacco al tempo», coinvolgente biografia dello «Sceriffo» di Giovo, il ciclista italiano con il palmares più ricco di sempre che, con cardiofrequenzimetri, ruote lenticolari, occhiali da gara e abbigliamento aerodinamico, è stato un vero e proprio pioniere dell’utilizzo della tecnologia in pista.
«La bicicletta del futuro? Al pari delle auto avrà il cambio automatico!» a sostenerlo – ieri, martedì 10 luglio in Progetto Manifattura a Rovereto nella serata-evento su ciclismo e innovazione a lui dedicata – il campionissimo Francesco Moser.
Accanto a lui, il vicepresidente della provincia Alessandro Olivi, che ha ricordato come il Trentino – con i suoi 400 chilometri di piste ciclabili, 500 itinerari per la mountain bike e oltre 2 milioni di passaggi turistici l’anno legati alla due ruote – sia un territorio amico della bikeconomy.
«L’uso della bicicletta – ha detto – incentiva la diffusione di stili di vita più sani e sostenibili, favorendo al contempo lo sviluppo di nuove professioni e promuovendo modelli di business circolari legati al turismo, ai servizi, ai trasporti e all’industria dello sport.»
Proprio con riferimento a quest’ultimo settore, in Progetto Manifattura operano oggi una decina di piccole e medie imprese, impegnate a rendere l’utilizzo della bici sempre più confortevole ed integrato grazie all’ausilio di trolley-carrello leggerissimi, antifurto intelligenti che sostituiscono catenaccio e lucchetto con un minuscolo geo localizzatore, app per il trasporto di pacchi condiviso e biglietterie online che, con un solo clic, permettono di caricare la propria due ruote sui mezzi pubblici.
Una vera e propria rivoluzione tecnologica che investe in egual misura ciclisti professionisti e amatori.
«Quando ho iniziato a correre – ricorda Moser che, con le sue 273 vittorie su strada è il ciclista italiano con il palmares più ricco di sempre – ero il ragazzo più invidiato del paese, perché a quei tempi avere una bicicletta era un lusso che non tutti potevano permettersi. Anche il mondo del professionismo era profondamente diverso rispetto a quello di oggi e la potenza fisica dell’atleta rivestiva un ruolo centrale.»
E a contribuire in maniera decisiva al suo ammodernamento proprio lo «Sceriffo» di Giovo che, per primo, introdusse l’utilizzo in gara delle ruote lenticolari, del manubrio a corna di bue per facilitare le discese, degli occhiali, dell’abbigliamento aerodinamico e del cardiofrequenzimetro. Innovatore dunque negli strumenti, ma anche nei metodi di lavoro: Moser fu infatti pioniere degli allenamenti diversificati, della cura dell’alimentazione dell’atleta e di un’organizzazione della squadra che valorizzasse maggiormente i gregari.
«Oggi – dice il campione – la macchina in avanscoperta può interagire in tempo reale con i corridori, dando loro informazioni utili sulle condizioni del tracciato. Grazie a dei minuscoli sensori che misurano la temperatura corporea e monitorano la performance, inoltre, l’atleta sa subito se deve coprirsi o correggere il tiro. I cambiamenti però, non riguardano solo le competizioni. Penso per esempio alla bici elettrica, grazie alla quale anche gli anziani possono ancora passeggiare immersi nella natura come quando erano ragazzi.»
E l’utilizzo della bicicletta come mezzo per facilitare l’invecchiamento attivo di una popolazione europea sempre più anziana è stato al centro anche del workshop sulla bikeconomy del pomeriggio di ieri, durante il quale, sempre nella cornice di Progetto Manifattura, una quarantina di esperti, espressione della pubblica amministrazione, dei centri di ricerca, del turismo e delle imprese trentine, si sono confrontati sugli scenari futuri della mobilità a due ruote di qui a dieci anni.
Tra le preoccupazioni emerse, quelle legate all’integrazione tra il trasporto pubblico e le biciclette intelligenti e all’implementazione delle strutture per la gestione delle batterie elettriche, per esempio per la ricarica veloce, l’assistenza tecnica in caso di guasto e lo smaltimento una volta esaurite.
Principale punto di forza per il prossimo decennio sarà invece, secondo gli esperti, la costruzione di progetti di ricerca accademico-industriale integrati, per mettere a fattor comune le diverse conoscenze già presenti sul territorio: dagli scienziati agli startupper, passando per i gestori delle reti di trasporto pubblico.
La giornata si è conclusa con la proiezione del docufilm «Scacco al tempo», coinvolgente intreccio tra le vicende umane e professionali di Francesco Moser, prodotto da FilmWork e Tipota Movie Company, in associazione con Michelangelo Film e con il supporto di Trentino Film Commission.
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