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Addio all’Afghanistan, che sta tornando come prima

A nulla sono serviti 20 anni di guerra né le 241.000 persone uccise

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Foto L'Adigetto.it

I Talebani proseguono la loro avanzata nell’Afghanistan abbandonato dalle truppe NATO e ieri è caduta nelle loro mani la città di Kunduz, la principale città del nord del paese.
Con ogni probabilità arriveranno a Kabul, dove le ambasciate occidentali hanno già invitato i propri cittadini a lasciare il paese. Poi arriveranno anche a Herat, dove le Forze Armate italiane avevano fatto un ottimo lavoro di civiltà
Ovviamente anche l’Afghanistan ha diritto di decidere il proprio futuro, quindi non possiamo criticare il ritorno della dittatura talebana, anche se la cosa ci disturba. La democrazia non si esporta, la si deve conquistare con la maturazione dei tempi. E della civiltà.
Ma allora ci viene spontaneo domandarci se valeva la pena imbarcarsi nella guerra più lunga della storia moderna, durata 20 anni.
 

 
Ricordiamo i pesanti dati conclusivi.
In tutto sono 241.000 le persone rimaste uccise come conseguenza diretta della guerra.
I soldati uccisi sono stati 69.000, dei quali 3.586 appartenenti agli alleati NATO.
I soldati italiani caduti in azioni ostili sono stati 53. I feriti 625.
Sono stati uccisi 84.200 «ribelli».
I civili morti sono stati 71.344.
Ripetiamo la domanda iniziale: ne valeva la pena?
 

 
A questo punto ricordiamo un fatto che ci riguarda da vicino.
Era il 2010, quando l’Adigetto.it ha voluto svolgere una missione giornalistica in Afghanistan per testimoniare quello che gli Alpini del 2° reggimento del Genio Guastatori di stanza a Trento avevano fatto con i 40.000 euro messi a disposizione dalla Provincia autonoma di Trento affinché realizzassero adeguati interventi civili per aiutare la popolazione locale.
Vi andò il fondatore del nostro giornale, Guido de Mozzi.
Abbiamo fotografato la scuola femminile ricostruita dagli alpini dopo la distruzione fatta dai talebani che non vogliono che le femmine vadano a scuola.
Non solo. Con i soldi avanzati, abbiamo costruito nientemeno che un acquedotto capace di servire 6.000 persone.
 

 
Quindi torniamo alla considerazione iniziale.
Con quello che è costata la guerra, il Mondo occidentale avrebbe potuto ricostruire l’intero Afghanistan. Renderlo moderno, ospitale, con un impianto sanitario formidabile, con strade e ferrovie che tuttora non esistono.
Ora i soldati italiani hanno ammainato la bandiera e sono tornati a casa e, secondo una lunga tradizione, hanno lasciato solo i banchi di scuola. Quelli della Provincia autonoma di Trento.
Non è poco, ammesso che non vengano distrutti dai nuovi padroni dell’Afghanistan.

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