Quell’ultimo volo operativo del Predator per la missione ISAF
Ieri a Herat si è compiuta l’ultima missione del drone più famoso della nostra base, dopo 1.576 sortite e 14.191 ore di volo
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Ieri nel primo pomeriggio, un Predator B dell’Aeronautica Militare è atterrato per sulla pista dell’aeroporto di Herat, dopo aver condotto l’ultima missione operativa della durata di 5 ore e 35 minuti a favore delle Forze di Sicurezza Afghane e del contingente dell’International Security Assistente Force (ISAF).
Concluso l’evento si è svolta una piccola cerimonia alla presenza del Comandante del Train Advise and Assist Command West (TAAC-W) Gen. Maurizio Angelo Scardino e del Comandante della «Joint Air Task Force» (J.A.T.F.) Col. Paolo LATINI nella cui componente aerea nazionale ed interforze del contingente italiano in Afghanistan hanno operato i Predator italiani inquadrati nel Task Group Astore.
Durante la cerimonia è stato simbolicamente ammainato lo stendardo del Gruppo a significare il saluto definitivo al territorio afgano.
Negli oltre 7 anni di impiego operativo a favore della missione ISAF (dal giugno 2007), i Predator italiani, nelle versioni A+ e B, hanno contribuito in maniera decisiva al raggiungimento di importanti obiettivi operativi, svolgendo missioni di intelligence, sorveglianza, ricognizione ed acquisizione di obiettivi su tutto il territorio afgano effettuando un totale 1.576 sortite e di 14.191 ore di volo con le quali sono state supportate 37 Task Force di tutto il contingente internazionale.
I Predator provenienti dal 28° Gruppo Volo del 32° stormo dell’Aeronautica Militare di stanza ad Amendola (FG), supportati da uomini e donne provenienti da altri reparti della Forza Armata, hanno operato mettendo a sistema capacità e competenze umane e tecnologiche, che l’Aeronautica Militare esprime nell’ambito dei velivoli a pilotaggio remoto (APR).
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