Prime minacce all’ambasciata italiana appena aperta a Tripoli
Secondo il governo di Tobruk la riapertura della sede diplomatica è una «occupazione»
In barba alla cultura internazionale sui rapporti diplomatici tra i vari paesi, il governo di Tobruk (città nella parte orientale della Libia) ha definito la riapertura dell’ambasciata italiana a Tripoli come una «nuova occupazione».
Per sostenere una tesi del genere, il ministero degli esteri della Cirenaica ha denunciato l’attracco di una nave italiana da guerra con soldati armati a Tripoli.
Il che è verosimile, dato che in qualche modo dobbiamo proteggere la nostra ambasciata in un paese lacerato da tre governi diversi e con bande in circolazione pronte a tentare perfino un golpe. E plausibile, dato che i nostri militari sono in Libia soprattutto per addestrare il personale della Guardia costiera libica che, d’accordo con il nostro governo, dovrebbe collaborare per porre un freno agli sbarchi di immigrati in Italia.
Quello che meraviglia invece è che il governo di Tobruk, il cui presidente Abdullah al-Thani è un militare, non ha trovato nulla da ridire sulla presenza di una portaerei russa nelle acque territoriali libiche, che ha ospitato a bordo il generale Khalifa Haftar.
Tutte queste situazioni stanno a indicare quanto ci sia da fare in Libia per portare una parvenza di ordine costituito.
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