Per saperne di più sulla crisi libica/ 4 – Di Antonio de Felice
Chi sta dietro all'insurrezione «filo-democratica». Le componenti
Spesso definita dai mezzi di
comunicazione arabi come «schieramento filo-democratico»,
l'insurrezione contempla al proprio interno tre componenti
principali, che sarebbero le seguenti.
• I giovani - di gran lunga i più numerosi, in
maggioranza di ispirazione liberal e filo-ccidentali.
• I difensori dei diritti umani - ideologicamente
omologati con movimenti occidentali affini, anche se ancora poco
organizzati.
• La sensibilità islamico-tradizionalista -
particolarmente presente in Cirenaica, terra di origine della
Senussiya, con una rilevante componente monarchica.
Queste tre aree non hanno ancora una visione organica precisa del
futuro del Paese. Al momento l'unico comune denominatore è la
volontà di rovesciare il regime gheddafista, loro comune
nemico.
La componente islamico-tradizionalista non vanta legami con
organizzazioni islamiche «jihadiste» o combattenti (quali il GICL)
e non contrasta, almeno apertamente, la visione societaria laica
dello schieramento.
Nonostante quanto affermato strumentalmente dal Colonnello, che
accusa addirittura gli insorti di collusioni con Al-Qaida, l'ala
islamica radicale (favorevole al Califfato o comunque a uno stato
religioso retto dai principi della Chaar'ia) è per ora marginale
all'interno del movimento e del tutto assente nelle strutture
attuali del Consiglio Nazionale di Transizione - CNT, che afferma
invece esplicitamente il proprio orientamento laico-democratico e
filo-occidentale: il progetto di Costituzione libica presentato di
recente alla Comunità internazionale è un chiaro segnale in tale
direzione.
La maggior parte degli effettivi del movimento è costituita da
giovani, gli «shabeb», spesso preoccupati dai possibili danni
sociali conseguenti a una liberalizzazione dell'economia, dopo la
relativa apertura dei mercati interni e l'aumento della
disoccupazione constatato in questi ultimi anni.
Non esiste una fondamentale differenza con i movimenti sociali
osservati nelle crisi interne dei Paesi limitrofi.
La spinta alla protesta è principalmente avvenuta per
imitazione dei precedenti tunisini e egiziani, tramite una
mobilitazione on-line degli strati giovanili.
Come già affermato, trattasi di movimento composito, unito solo
dalla volontà di rovesciamento del regime, le cui aspirazioni
successive rimangono da definirsi: l'ala tradizionalista potrebbe
entrare in conflitto con la componente giovanile più
filo-occidentale, e gli strati sociali meno abbienti, sinora
tutelati da una economia ancora in gran parte assistita, scontrarsi
con eventuali politiche liberiste.
Il ruolo del CNT a capo del movimento
Formalmente creato il 27 febbraio scorso, è ufficialmente
incaricato della transizione tra l'attuale regime ed il futuro
assetto istituzionale post-Gheddafi della Libia, con il progetto di
estensione di una nuova Costituzione da sottoporsi a
referendum.
Animato da Mustafa Abdel Jelil, già Ministro della
Giustizia di Gheddafi, che ha raggiunto il campo degli insorti
all'inizio del disordini, il CNT è composto da 31 membri designati
dai «Consigli locali della rivoluzione», strutture ancora spesso
clandestine createsi spontaneamente nelle città insorte e / o
successivamente strappate militarmente al regime di Tripoli.
La sua aspirazione ideale è di rappresentare il movimento di
rivolta quale immagine della popolazione libica tutta, nelle sue
componenti sociali e tribali, nella sua presenza geografica e nelle
sue sensibilità politiche.
Come evidenziato sotto, solo una decina di personalità del CNT sono
al momento note, la maggior parte di esse - per ovvi motivi di
sicurezza - ha preferito l'anonimato.
Da notarsi, come rilevato dal «nouveau philosophe»
Bernard-Henri Lévy, iniziatore dei rapporti tra il
CNT e le autorità governative francesi, come uno dei consiglieri
sia originario della stessa tribù dei Ghaddifa da cui proviene il
Rais.
Tra i membri del CNT, con mansioni di rappresentazione della
componente giovanile, da segnalarsi la presenza dell'Avvocato
Fathi Tirbil, arrestato dai servizi di sicurezza
del regime pochi giorni prima dell'inizio dei disordini e la cui
rivendicazione di scarcerazione ha rappresentato il primo punto di
coagulo della protesta.
Come riscontrato sul posto, non si avverte però presso le
popolazioni insorte un particolare entusiasmo nei confronti del
CNT.
Il fatto è probabilmente imputabile alla recentissima creazione
della struttura associato all'assenza di un programma politico nel
quale identificarsi.
Inoltre, la scarsa immagine pubblica della maggior parte dei suoi
membri, ancora volentieri avvolti nell'anonimato, come purtroppo il
passato ministeriale del suo Presidente, implicato nel precedente
regime, costituiscono poi altrettanti handicap per la percezione
del Comitato come un vero governo ombra.
I recenti riconoscimenti internazionali ufficiali, prima della
Francia poi del Qatar e più implicitamente degli USA, rappresentano
invece, i primi successi politici importanti della struttura (si
attendono a giorni le nomine di un Ambasciatore francese e di un
diplomatico americano a Bengasi).
Membri ufficiali del Consiglio Nazionale di Transizione
(CNT / NTC) di Bengasi
Ad oggi composto da 31 membri, in rappresentanza di varie regioni e
città libiche. L'identità di gran parte di questi (tra cui i
rappresentanti delle città di Ajdabiya, Al Kufrah, Ghat, Nalut,
Misurata, Az Zintan e Az Zawiya, tutte località ancora controllate
dall'attuale regime) non è stata volutamente comunicata per motivi
di sicurezza.
Sono ancora attese le nomine dei rappresentanti per la Libia
Centrale e Meridionale e per la capitale, Tripoli.
Mustafa Mohammed Abdul Jalil Fudail Presidente del CNT, nato nella
città di Baida (Cirenaica) nel 1952.
Laureato nel 1975 presso l'Università di Tripoli in Studi Islamici
(Lingua Araba e Giurisprudenza islamica).
Assistente del Pubblico Ministero della città di Al Baida, poi
nominato Giudice nel 1978. Nel 2002 è stato nominato Presidente
della Corte di Appello di Al Bayda, prima della designazione a
Ministro della Giustizia, dal 2007 a febbraio del 2011.
Abdelhafed Abdelkader Ghoga (città di Bengasi.
Vice-Presidente e portavoce del CNT)
Mahmud Jibril responsabile Affari Esteri, nato nel
1952, laureato in Economia e Scienze Politiche all'Università del
Cairo nel 1975. titolare di un Master in Scienze Politiche presso
l'Università di Pittsburgh, Pennsylvania nel 1980.
Titolare nel 1984 di un Dottorato di «Strategic Planning» e
«decision-making» presso la stessa Università, dove ha collaborato
per vari anni in qualità di Professore Associato.
Autore di 10 pubblicazioni sulla materia.
È stato supervisore per l'organizzazione e la tenuta dei principali
programmi di formazione in Senior Management nei Paesi arabi, tra
cui Egitto, Arabia Saudita, Libia, Emirati arabi Uniti-UAE, Kuwait,
Giordania, Bahrain, Marocco, Tunisia e Turchia.
Ali Al Issawi responsabile relazioni
internazionali.
Nato a Bengasi nel 1966, titolare di dottorato in Economia
conseguito presso l'Università di Bucarest, in Romania.
Già Direttore Generale nel 2005 del Programma di espansione (fondi
di privatizzazione). Creatore e primo Direttore Generale del Centro
per lo Sviluppo dell'Export nel 2006, poi Ministro dell'Economia,
del Commercio e degli Investimenti del Governo libico (più giovane
Ministro di sempre).
Othman Suleiman El-Megrahi (regione di Batna)
Ashour Hamed Burashid (Città di Darna)
Moussa El-Myehub (regione di Quba)
Zubiar Ahmed El-Sharif (rappresentante dei
prigionieri politici)
Ahmed Abduraba Al-Abaar (città di Bengasi)
Fathi Mohamed Baja (città di Bengasi)
Fathi Tirbil (Avvocato, rappresentante dei
giovani)
Salwa Fawzi El-Deghali, in rappresentanza delle
donne
Omar Al Hariri responsabile per le questioni
militari.
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