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«Il senso statistico dell'Euregio»: i numeri di Trentino, Alto Adige, Tirolo

Curato da Mauro Marcantoni e Giovanna Fambri propone una lettura comparata delle situazioni socio economiche dei tre territori

Anime dell’Euregio a confronto: non più, o non solo, in riferimento ai singoli territori di appartenenza, italiano e austriaco, ma con una comparazione traversale tra Paesi e culture.
È questo il fine ultimo del volume «Il senso statistico dell’Euregio», curato da Giovanna Fambri, dirigente Sistan - Servizio Statistica dellaProvincia autonoma di Trento, e Mauro Marcantoni, direttore di Trentino School of Management, con i dati elaborati da Vincenzo Bertozzi, sempre del Servizio Statistica, presentato oggi in Provincia nel corso della tradizionale conferenza stampa di Giunta.
Un’analisi dettagliata, quella contenuta nel volumetto, che, a partire dai dati statistici ufficiali diffusi da Eurostat, passa in rassegna gli ambiti più importanti per ogni regione: il territorio, la popolazione, l’istruzione, il welfare, l’economia, con una speciale menzione per l’agricoltura e il turismo.
Statistiche utili a definire le connotazioni oggettive dell’Euregio, ricavandone aspetti legati alla consapevolezza che ognuna delle tre realtà territoriali - Trentino, Alto Adige e Tirolo - nutre in riferimento all’Euregio come soggetto unitario.
 
«Le statistiche servono a dare misura al senso delle cose – ha detto il presidente Ugo Rossi. – Compito che abbiamo provato a portare avanti con questo lavoro riferito all’Euregio, una regione che, essendo in parte nel territorio italiano, in parte nel territorio austriaco, spesso è analizzata in riferimento al singolo Paese di appartenenza.
«Fino a oggi, infatti, si è confrontato il Trentino con il resto dell’Italia, e la provincia di Trento con quella di Bolzano, ma di rado si sono messi insieme i dati che sommano le realtà italiane con quelle austriache, né si è fatto un confronto tra i dati di una regione transfrontaliera e il contenitore europeo. Ecco, noi abbiamo provato a fare tutto questo, certi che, oggi più che mai, il riferimento centrale di ogni nostra azione debba essere l’Europa e che il presente lavoro possa non solo dare consistenza statistica all’Euregio, ma anche inserire questa regione a tutti gli effetti nel contesto europeo» -
Così, dati alla mano, si apprende, ad esempio, che quanto all'istruzione, l’Euregio è quasi del tutto assimilabile alla situazione austriaca e che il Trentino, pur risentendo di dinamiche nazionali non facilmente eludibili, vanta alti livelli d’istruzione, raggiungendo valori comparabili a quelli dell’Austria.
Lo stesso accade per le spese in Ricerca e Sviluppo: la situazione del Tirolo austriaco è eccezionale, ma quella complessiva dell’Euregio è comunque oltre i livelli italiani. In particolare, per il Trentino si segnala, a differenza della parte austriaca, il ruolo centrale dell'intervento pubblico, mentre in Austria tale parte è svolta soprattutto dalle istituzioni universitarie.
 
L’Euregio appare, inoltre, molto avvantaggiata sia rispetto all’Italia, sia rispetto all’Austria e all’Europa, in riferimento al disagio sociale.
Un indicatore che fa riferimento a fattori diversi, come il rischio di povertà, l'esclusione sociale, la deprivazione e la bassa intensità di lavoro, e che in questa regione è a livello minimo.
Non solo: ottime performance riguardano il tasso d’attività, l’occupazione e la produzione di ricchezza, parametri che collocano l’Euregio su livelli superiori alle medie europee. Basti pensare, ad esempio, alla disoccupazione giovanile: l’Euregio fa scuola a sé, con valori migliori di quelli che si registrano nei paesi del resto d’Europa.
Superiorità registrata anche in riferimento alle imprese, alla produzione / distribuzione di ricchezza e al reddito disponibile. Tutti ambiti nei quali l’Euregio risulta molto più avanti della media europea, allineandosi alle performance austriache.
 
«Quando si parla di Euregio c’è un rischio da evitare: pensare che sia la nostalgica rievocazione della storia passata, – ha sottolineato ancora Rossi. – I dati presentati nel volume dimostrano, invece, come i tre territori si muovano in maniera coerente verso il futuro, pur con degli scostamenti dovuti alle singole specificità.
«Molto hanno in comune soprattutto in riferimento al livello dell’istruzione, alla qualità dei servizi sanitari, alla capacità di produrre ricchezza, al maggiore livello d’occupazione delle donne e alla tendenza all’innovazione.
«Aspetti, questi, che fanno dell’Euregio una regione la cui sintonia è più vicina all’Europa che non ai rispettivi Stati di appartenenza.
«Dati oggettivi, insomma, che esprimono con chiarezza quanto i tre territori abbiano connotazioni analoghe tali da conferire loro un’identità territoriale spiccata e collocabile nella fascia alta dei livelli di sviluppo dell’Unione Europea.»

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