Immigrati: Euregio, unità di vedute di Platter, Rossi e Kompatscher
«Eventuali controlli dovranno avere carattere straordinario e limitato nel tempo: al Brennero misure transitorie, no a colli di bottiglia»
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Riuniti a Bolzano i Presidenti di Alto Adige, Tirolo e Trentino hanno ribadito l’unità di intenti nell’impegno comune nell’Euroregione, «perché ci sono problematiche che possiamo risolvere solo assieme.
«Vogliamo conservare i risultati della cooperazione dell'Euregio e incrementarli con un'azione nel segno dei principi ma anche in maniera pragmatica e realistica».
Da mesi si lavora nella task force dell’Euregio dedicata ai flussi dei migranti, oggi c’è stata la riunione per formalizzare la strategia nel confronto con i due Governi nazionali.
La delibera del GECT ha per oggetto le iniziative a salvaguardia degli sviluppi europei dell'Euregio.
«E non sarà l’unica azione di responsabilità messa in campo», – ha detto il presidente di turno Ugo Rossi.
La delibera formula alcune precise richieste che saranno oggetto del confronto dei tre Presidenti già domani a Vienna con la ministra degli interni Mikl-Leitner e successivamente a Roma con l’omologo ministro Alfano.
«Non è una delibera contro qualcosa o qualcuno, bensì un impegno a collaborare per gestire questa emergenza in una logica che non deve essere di chiusura del percorso storico dell’Euregio.
«Questa situazione va vista come una sfida per far crescere l’Euregio e i suoi valori», – ha ribadito Rossi citando la valenza storica e simbolica del confine del Brennero.
«Una frontiera diversa da tutte le altre – ha ricordato Arno Kompatscher – perché gli effetti positivi di Schengen si sono materializzati soprattutto al Brennero.»
Queste in sintesi le richieste dell’Euregio a Italia e Austria: sollecitare l’UE a mettere in sicurezza i confini esterni e a ripartire i profughi in modo equo su tutti gli Stati membri, impegnarsi a rivedere l’Accordo di Dublino per poter attuare una vera politica comune europea in materia di profughi, lavorare per una gestione coordinata degli spazi di confine in stretto coordinamento con i governi locali nel caso in cui il flusso di profughi della cosiddetta rotta balcanica si sposti sempre più verso ovest e gli Stati europei continuino a dimostrare una incapacità di agire insieme.
Il GECT chiede inoltre a Austria e Italia di evitare che il Brennero, fondamentale asse di trasporto europeo, si trasformi in un collo di bottiglia: vanno adottate per tempo misure appropriate per garantire una rapida registrazione e una distribuzione dei profughi già al momento del loro ingresso sul territorio nazionale ed evitare così l'insorgere di situazioni critiche al confine.
«La delibera del GECT fa chiarezza sulla posizione di Alto Adige, Tirolo e Trentino – ha detto Kompatscher – rispetto a una situazione in evoluzione che oggi presenta ancora scenari variabili ma davanti a cui l’Euregio non vuole farsi trovare impreparata.»
A Italia e Austria si chiede quindi di salvaguardare l’accordo di Schengen e eseguire eventuali futuri controlli nelle zone di confine nei rispetto di determinate condizioni: la durata e la modalità devono essere commisurate ai limiti necessari per superare l’attuale situazione di crisi. I controlli in ogni caso dovranno essere eseguiti in modo da poter garantire la libera circolazione dei cittadini UE, riducendo al minimo l’impatto sull’economia, sul turismo e sulla mobilità dei pendolari.
«Se tali misure saranno necessarie – ha precisato Kompatscher – dovranno avere carattere straordinario, transitorio e limitate sul piano temporale, ma non potranno intaccare i principi di Schengen e la portata dell'Euregio.»
Kompatscher ha ricordato che il premier Renzi e il cancelliere Faymann hanno confermato di voler collaborare d’intesa con i governi del territorio, «e noi siamo pronti ad affrontare questa responsabilità e ad assumerci la nostra parte di compito. Sulle modalità e gli strumenti discuteremo direttamente con i Ministri degli Interni a Vienna e Roma».
Il presidente tirolese Platter ha sottolineato che l’Euregio conferma la sua disponibilità «a partecipare attivamente alle procedure concordate tra i Governi nazionali e l’UE per risolvere il prima possibile un possibile scenario di crisi ai confini italoaustriaci.
«In particolare i valichi tra Tirolo e Alto Adige non devono diventare teatro di uno stato di emergenza, una seconda Spielfeld.
«Bisogna finalmente garantire una registrazione rapida e un’equa ripartizione dei migranti direttamente al loro arrivo in Europa.»
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