Catena umana al Brennero, anche il sindaco Andreatta aderisce
«La necessità dello scambio è l'eredità più importante della nostra storia»
Anche il sindaco di Trento Alessandro Andreatta aderisce alla catena umana che, sabato 20 febbraio, si dispiegherà sul confine del Brennero per dire no alla chiusura della frontiera.
«Alzare un muro tra Italia e Austria significherebbe tornare indietro, evocare lo spettro di un periodo che nessuno di noi vuole più rivivere – spiega il sindaco – Il Brennero per noi non è un valico qualsiasi: l'apertura di quel confine è stata fondamentale in una terra di frontiera come la nostra, che può prosperare solo se non si ripiega su se stessa. La necessità del dialogo, dello scambio culturale, politico ed economico è l'eredità più importante che ci arriva dalla storia.»
Infine, sul problema dei grandi flussi migratori che premono alle frontiere europee, il sindaco dichiara: «La chiusura delle singole frontiere maschera l'incapacità dell'Europa di concertare una soluzione comune alla questione immigrazione. Ma non è con i muri che si risolvono i problemi. Spero che questa sia l'occasione per rivedere le politiche europee, redistribuire le risorse laddove c'è l'emergenza e rafforzare l'influenza della posizione dell'Italia a Bruxelles. Altrimenti all'Europa della libertà degli individui e della libera circolazione si sostituirà la vecchia Europa dei confini e dei pregiudizi etnico-linguistici.»
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