Profughi: Kurz incontra i presidenti Rossi, Kompatscher e Platter
Il ministro degli Esteri austriaco: «Nel 2015 l'Austria ha accolto 90mila profughi. In proporzione sarebbe come se l'Italia ne avesse accolti 600mila»
Ugo Rossi, Sebastian Kurz, Arno Kompatscher e Günther Platter.
Atterrato alle ore 12 all'aeroporto di Bolzano, Kurz ha successivamente avuto un colloquio con il presidente Kompatscher, nel corso del quale il Landeshauptmann ha fatto il punto della situazione sulle questioni inerenti l'autonomia dell'Alto Adige.
«Ho informato il Ministro austriaco – ha spiegato Kompatscher – sui passi in avanti compiuti per quanto riguarda lo sviluppo della nostra autonomia in collegamento con la riforma della Costituzione: la clausola di salvaguardia farà in modo che ogni modifica dello Statuto debba essere concordata con Bolzano e anche con Vienna.
«Lo stesso principio, che viene dunque inserito nel contesto del diritto internazionale che regola i rapporti fra Italia e Austria, deve inoltre essere seguito per quanto riguarda il patto di garanzia sul finanziamento dell'autonomia.
«Vienna ha sempre seguito con estrema attenzione la questione altoatesina e continuerà a farlo – ha aggiunto Sebastian Kurz – e ritengo che la strada intrapresa anche con la nascita dell'Euregio sia quella giusta.»
Successivamente, l'incontro è stato allargato ai due presidenti di Trentino e Tirolo, Ugo Rossi e Günther Platter, e le tre massime cariche istituzionali dell'Euregio hanno quindi incontrato i giornalisti assieme al Ministro Sebastian Kurz.
Fra i temi affrontati non poteva mancare quello relativo alla gestione dei flussi di profughi e all'intensificazione dei controlli ai confini di Stato annunciati dall’Austria.
«Si tratta di una misura negativa alla luce del lavoro portato avanti negli ultimi decenni in un'ottica di superamento dei confini di cui Schengen rappresenta la pietra miliare – ha sottolineato Arno Kompatscher – ma abbiamo anche comprensione per le necessità austriache. La questione migratoria può essere risolta solo con una politica comune a livello europeo.»
Nel suo intervento, Kurz ha ribadito le motivazioni che hanno portato Vienna a intraprendere la strategia del rigore.
«Nel 2015 abbiamo accolto 90mila persone, facendo il rapporto con la popolazione totale sarebbe come se l'Italia ne accogliesse 600mila.
«Non possiamo permettere che una situazione simile si abbia a ripetere – ha spiegato il Ministro degli esteri austriaco – e per questo lavoriamo assieme all'Alto Adige per una soluzione che possa sgravare Vienna senza però pesare eccessivamente su Bolzano.
«Non vogliamo un hot spot al Brennero, l'Unione Europea deve mettere in sicurezza i confini esterni e con il contributo dell'Italia normalizzare la rotta mediterranea.
«Faremo di tutto affinché i controlli ai confini non ostacolino la libera circolazione di persone e merci.»
A proposito di richiedenti asilo all’interno dell'Euregio, il presidente del Trentino Ugo Rossi (è anche presidente pro tempore dell'Auregio) ha rinnovato la disponibilità della sua Provincia «a fare la propria parte in un’ottica di collaborazione e solidarietà», ribadendo poi la «comune volontà di fare pressione a livello nazionale ed europeo per il pieno rispetto del Trattato di Schengen».
Rossi, inoltre, ha aggiunto che «la cooperazione transfrontaliera fra Trento, Bolzano e Innsbruck affonda le proprie radici nella storia di un'autonomia che ha un forte riconoscimento internazionale grazie all'accordo Degasperi-Gruber.
«Un'intesa che tutela la minoranza di lingua tedesca dell'Alto Adige grazie alla quale abbiamo avviato un percorso comune di crescita.»
Il capitano del Land Tirolo Günther Platter, infine, ha spiegato di «condividere le misure adottate dall'Austria», chiedendo al tempo stesso «comprensione per i motivi che hanno portato a determinate scelte» e indicando nel funzionamento dell'asse Berlino-Vienna-Roma, «la chiave per risolvere i problemi legati alla rotta del Mediterraneo.
«La volontà assoluta dell’Euregio – hanno concluso Kompatscher, Rossi e Platter – è quella di rimuovere i confini nazionali, e proprio per questo è necessario insistere affinché sia finalmente garantita la rapida registrazione e l’equa distribuzione dei profughi in Europa.»
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