Il ruolo dell'Unione Europea nella lotta alla criminalità organizzata
Dibattito ieri sera a Bruxelles presso la rappresentanza dell’Euregio
Quale ruolo può giocare l’Unione europea nella lotta alla criminalità organizzata? Questa la domanda al centro di un dibattito che si è svolto ieri sera a Bruxelles presso la Rappresentanza della Regione europea Tirolo - Alto Adige - Trentino, promosso dal circolo Palombella e dall’associazione Altreitalie.
Gaetano Paci, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Reggio Calabria, ha affrontato la questione del rapporto tra economia e organizzazioni criminali.
«La criminalità organizzata è un tema ancora latente e poco discusso ai vertici europei, marginalizzato da altre questioni.
«Bisognerebbe invece – ha detto – approfondire maggiormente l’influenza che il fenomeno della criminalità organizzata ha sui conti pubblici dei vari stati membri.
«Spesso, infatti, si tende a pensare alla criminalità organizzata in maniera retorica e anacronistica. La Mafia di oggi ha un volto diverso, agisce all’interno di studi professionali, avendo una diretta influenza sull’economia europea.
«La criminalità organizzata è capace, infatti, di muovere e ridistribuire grandi capitali e ricchezze all’interno dell’UE – ha concluso, – per questo motivo occorre far capire che occuparsi di organizzazioni criminali vuol dire anche occuparsi di conti pubblici.»
Il dibattito è quindi proseguito con l’intervento di Caterina Chinnici, deputata europea, membro della Commissione libertà e affari interni che in apertura ha affermato l’importanza di tenere viva l’attenzione sul tema della criminalità organizzata anche in territori geograficamente lontani dal sud Italia e ha ricordato con estremo piacere il messaggio di ringraziamento e di vicinanza degli alunni del Liceo Arcivescovile di Rovereto, ricevuto a seguito della presentazione del suo libro.
L’eurodeputata ha da subito evidenziato come tanti siano ancora gli ostacoli sul cammino di un’armonizzazione della materia penale a livello europeo.
«Da un lato, infatti, vi sono grandi resistenze di carattere culturale – ha spiegato – da parte di molti stati membri nel comprendere l’importanza di un’azione congiunta sul fenomeno della criminalità organizzata.
«Dall’altro emerge con forza la reticenza di molti stati nel voler cedere all’UE sovranità in una materia delicata come quella penale.»
Nonostante queste difficoltà, l’eurodeputata Chinnici ha affermato che si stanno facendo passi avanti a livello europeo, a cominciare dalla creazione di una Procura Europea (proposta in votazione a settembre 2017).
«Tuttavia - ha concluso - mancano ancora le basi fondamentali per una solida legislazione europea su questi temi, a cominciare da una definizione unica di criminalità organizzata.»
Il dibattito si è concluso con un intervento finale del Procuratore Paci, il quale ha evidenziato come i legami tra criminalità organizzata e terrorismo siano latenti ma presenti e che di questi tempi far emergere questo legame potrebbe essere un elemento strategico per un’azione congiunta a livello europeo su tale tema.
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