Addio della bustina di zucchero ai bar nell’Unione Europea?
Viene da pensare che gli europarlamentari abbiano troppo tempo libero, così rivolgono la mente a problemi che problemi non sono
La bustina di zucchero è destinata a sparire dai banconi dei bar di tutta l’Unione Europea.
Nella proposta di regolamento sugli imballaggi presentata oggi dalla Commissione Europea vengono espressamente vietati gli imballaggi monouso anche per lo zucchero nel settore Horeca (hotellerie-restaurant-café).
Saranno messi al bando «bustine, tubetti, vassoi e scatole».
Verranno proibiti, se la proposta non sarà modificata dai legislatori, «imballaggi monouso nel settore Horeca, contenenti singole porzioni o porzioni, utilizzati per condimenti, conserve, salse, creme per il caffè, zucchero e condimenti, ad eccezione di tali imballaggi forniti insieme ad alimenti pronti da asporto destinati al consumo immediato senza necessità di ogni ulteriore preparazione».
Di conseguenza, se la proposta passerà così com’è, la bustina di zucchero diventerà il ricordo di un tempo che non c’è più.
Si metterà così fine in Europa, per tornare probabilmente alle tradizionali, meno igieniche ma più ecologiche, zuccheriere, a un oggetto che ha circa un secolo di storia.
Ancora prima di essere presentato ufficialmente, il regolamento ha messo sul piede di guerra le industrie europee del packaging e dell’agroalimentare.
European, l’associazione che rappresenta più di 70 aziende e associazioni nazionali dell’industria europea degli imballaggi, ha criticato il regolamento che rischia di andare contro gli obiettivi del Green deal, riportando indietro le lancette dell’orologio del riciclo.
«Una proposta demagogica e populista» per l’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato.
Per il viceministro all’Ambiente Vannia Gava si tratta di «un muro ideologico».
Noi abbiamo l’impressione che gli eurodeputati abbiano troppo tempo libero disposizione, così rivolgono il pensiero a problemi che problemi non sono.
Se ben ricordate, qualcuno un anno fa aveva pensato di abolire il Natale per avitare di suscitare la sensibilità dei miscredenti.
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