Il Parlamento Europeo conferma Ursula von der Leyen
L'Italia non fa parte della maggioranza che la sostiene, ma sarà una maggioranza a geometria variabile
Meloni aveva detto che avrebbe fatto parte della maggioranza solo senza i Verdi.
Ursula si è trovata a dover scegliere tra i 75 deputati appartenenti al gruppo dei Verdi e i 24 di Meloni. Il risultato era scontato.
E così, si è trovata riconfermata alla guida della Commissione europea senza l’appoggio del governo Italiano che appartiene a uno dei tre Paesi fondatori, che rappresenta il governo uscito rafforzato dalle elezioni., che è tra i principali finanziatori dell’Unione Europea.
La cosa imbarazzante è che von der Leyen avrebbe gradito essere sostenuta da entrambe le forze politiche, per quanto antitetiche. Gli ossimori sono frequenti in politica.
Insomma, dopo il cataclisma elettorale europeo che ha visto le destre avanzare alla grande, per Bruxelles non è cambiato nulla. Tutto torna come prima.
Stamattina avevamo ascoltato il discorso di insediamento pronunciato da Ursula e francamente lo avevamo condiviso in buona parte.
La decisione di individuare un Commissario che affronti l’immigrazione dal Mediterraneo e soprattutto l'intruzione di un Commissario per la Difesa comune ci aveva fatto pensare che il nuovo corso avrebbe fatto fare un passo avanti all’Unione Europea.
Così l'Italia non sarebbe più sola ad affrontare gli immigrati, ma soprattutto l’avvio delle procedure per la creazione di un esercito europeo sarebbe l'inversione di tendenza da quanto De Gaulle aveva detto NO a un Esercito europeo.
Giusta anche la decisione di mantenere la rotta verso la salvaguardia dell’ambiente, magari col buonsenso.
A tutto questo però ora manca l’appoggio italiano ma, come ha detto la Meloni, sarà sempre presente e costruttiva.
Il che significa che nella Commissione Europea entreranno a far parte anche Commissari europei con ruoli di una certa rilevanza.
Ma allora sembra di essere davanti al gioco delle marionette, perché la von der Leyen si troverà costretta a volte a far l’occhiolino alla Meloni e in altre ai Verdi.
Beh, questa è la politica: l’arte del poter fare, non importa come. Lo scenario politico europeo è cambiato completamente, eppure viene riconfermata la stessa presidente della CE di prima. Ma nulla sarà come prima, perché nei programmi enunciati c’è parte del cambiamento che volevamo.
Insomma, sarà una maggioranza a geometria variabile.
L’unica cosa che ci ha lasciati col fiato sospeso è l’appoggio incondizionato all’Ucraina. Che magari entrerà a far parte della UE e perfino della Nato.
Noi siamo dalla parte dell’Ucraina, sia ben chiaro, perché una aggressione militare non è accettabile da nessun punto di vista. Anzi, l’ONU dovrebbe votare la risoluzione per cui qualsiasi aggressione (a torto o a ragione) deve essere definita «delitto contro l’umanità».
Ma del caso avviato Russia-Ucraina, Orbàn ci ha dato la pova che nessuna delle parti intende cedere di un solo metro.
Che significa, che la guerra durerà per sempre?
Beh, diamoci una mossa, perché la guerra è qui in casa e ci siamo dentro a pié pari. Ci costa miliardi di euro e entinaia di morti. Dobbiamo fermarla. E non abbiamo sentito una sola parola spesa in tal senso.
Un'ultima considerazione. Ci manca una Costituzione Europea. Ci abbiamo provato e non ci siamo riusciti. Ma si deve riprovare, assolutamente.
Un'Europa davvero unita sarebbe il Paese più felice del mondo. Il più ricco, il più potente e il più sicuro in cui vivere.
E invece al momento siamo solo 27 stati scombinati. Siamo 27 capponi di Renzo Tramaglino che litigano fra di loro mentre stanno per andare in padella.
GdM
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