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Dal nord al sud, via mare – Di Luciana Grillo

Una crociera «a rovescio» che consente di conoscere le grandi città storiche europee

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Kiel.

Da tempo desideravo andare a Mont Saint Michel, ma rinviavo perché è piuttosto complicato da raggiungere.
E ho optato ancora una volta per una crociera che, partendo da Kiel, mi ha riportato in Italia passando per Coopenhagen, Dover, Le Havre, La Coruna, Leixoes, Lisbona, Cartagena, Valencia, Barcellona e infine Savona.
 
Andare in crociera vuol dire sistemare il bagaglio in cabina, abituarsi al nuovo letto, concordare il menu con il maître (passo obbligato per chi ha un problema alimentare come me!), leggere il giornale «Oggi a bordo» che tutte le sere arriva in cabina, programmare cosa fare l’indomani.
Se la nave si ferma in un porto, si può scegliere se scendere e andare in escursione o semplicemente fare una passeggiata in autonomia.
 

 
Durante le giornate di navigazione, la vita di bordo offre molte alternative, dalle camminate sui ponti ai corsi di pilates.
Si può nuotare in piscina, andare alla Spa, in biblioteca, al bar per il caffè o l’aperitivo, alla gelateria/cioccolateria, in discoteca, oppure si possono frequentare il laboratorio creativo, il corso di ballo o di italiano, partecipare a giochi e quiz, andare al casinò, eccetera eccetera.
 
Una app gratuita informa su eventi, menu, spese, orari.
Ovviamente si può pregare in Cappella - ma manca il cappellano - e si può andare dal medico se necessario.
Per i bambini c’è il club dedicato, così come per gli adolescenti.
 

Le Havre.
 
Di sera c’è il teatro, si suona, si canta e chi vuole balla nei bar, in cabina il televisore è sempre a disposizione, i canali italiani si vedono bene.
L’ufficio che si dedica alle escursioni è aperto per molte ore al giorno, la reception fa servizio per 24 ore, il Costa Club - dedicato ai crocieristi associati - è pronto a ricevere richieste e a dare informazioni.
La lavanderia funziona molto bene. I fotografi di bordo sono sempre in agguato, fin dal momento dell’imbarco.
 
La nave si chiama Fascinosa e appartiene alla flotta Costa; è accogliente, elegante, arricchita da vere e proprie opere d’arte come le bellissime sculture di Bruno Lucchi che sorvegliano la piscina.
 

Le bianche scogliere di Dover.
 
La prima colazione, oltre che in cabina, si può fare al ristorante o al self service, come il pranzo.
Per la cena, si ha al ristorante un tavolo riservato, mentre al self service rimane disponibile il buffet.
Naturalmente ci sono vari ristoranti e anche la pizzeria, dove si mangia un’ottima pizza condita con mozzarella prodotta a bordo.
 
Una volta, ma non tanti anni fa, si organizzavano cocktail e party, ci si vestiva con cura, gli uomini indossavano lo smoking; in cabina si trovavano bagnoschiuma e creme per il corpo, bloc notes e penna con i colori Costa, un cioccolatino accanto al cuscino e l’augurio di una buona notte.
 

Leixoes.
 
In caso di necessità, si chiedeva il set da cucito per attaccare un bottone… oggi, per la cena cosiddetta “elegante”, c’è qualcuno che ancora si veste bene, molti ignorano il suggerimento; in bagno si utilizzano i dispenser, penna e blocchetto sono un ricordo lontano, il set da cucito… cos’è?
Io l’ho chiesto a una addetta alla reception, mi serviva del filo blu con un ago. Cortesemente mi ha portato un rocchetto un po’ magro di filo nero e un ago. Ma va bene lo stesso.
 
I negozi di bordo vendono accessori, abiti, occhiali e orologi, ma non le salviette struccanti o le piccole cose necessarie dimenticate a casa, per esempio i tappi per le orecchie.
 

La Coruña Spagna.
 
L’organizzazione generale di questa città galleggiante è affidata all’Hotel Director: io sono stata molto fortunata, Benedetto Minuto è un hotel director che avevo già incontrato durante una crociera in Giappone, un signore affabile e sorridente che fa sentire ciascun crocierista a proprio agio.
Ritrovarlo è stato come incontrare un vecchio e vero amico.
Anche il responsabile Costa Club, Luiz Pocas, brasiliano, è una persona gentile che si è adoperato perché al ritorno in Italia il nostro bagaglio fosse spedito a Trento.
 
A bordo si può anche prenotare una nuova crociera, con uno sconto speciale. Impegnatissime a rispondere alle curiosità dei viaggiatori desiderosi di ripartire quanto prima, Anna e Letizia hanno consigliato itinerari, calcolato i preventivi, suggerito alternative. Insomma, se si sta a bordo, si è sempre indaffarati!
 

Le Havre.
 
A Kiel sono arrivata da Verona in aereo, dopo una sosta all’aeroporto di Francoforte. In pullman sono stata portata a Kiel e subito imbarcata. Il buffet mi aspettava per il pranzo.
Primo giorno, sistemazione e giro della nave per orientarmi tra ponti e lunghi corridoi. Bella la cabina, con un ampio balcone sul mare.
 
Secondo giorno, siamo a Coopenhagen dove si usa la corona danese e l’euro non è particolarmente gradito.
Avendo già visitato la capitale qualche anno fa, sono andata in escursione a Helsingor, cittadina dal sapore nordico, con case di mattoncini e chiese antiche, abitata da circa 50.000 persone, fondata più o meno nel 1.200 per favorire i commerci che per lunghi secoli furono gravati dal dazio (e in tal modo arricchirono città e cittadini).
 

Lisbona.
 
È dominata dal Castello di Kronborg, dove Shakespeare ha ambientato la tragedia di Amleto.
Si tratta di una costruzione massiccia (patrimonio Unesco dal 2000) che si affaccia sul mare, non lontano dalla Svezia.
Ha ospitato sovrani, ma è stato anche utilizzato come penitenziario.
Si visita ordinatamente, sotto gli occhi di una bravissima guida italiana che si chiama Lucia, è romana e abita in Danimarca da parecchi anni.
 
Il castello è affascinante, si attraversano appartamenti e cucine, prigioni e cappella; si incontra la statua di Ogier il Danese che dorme da secoli.
La leggenda racconta che si sveglierà soltanto quando la Danimarca sarà in pericolo.


Le sculture di Bruno Lucchi.
 
Nel cortile alcune scolaresche disegnano la fontana centrale o cavalcano cavalli di legno. Un bassorilievo ricorda Shakespeare, una mano che spunta fra le acque del canale che circonda il castello rammenta la tragedia dei migranti.
A fine escursione ho imparato che in danese per dire grazie, si dice Tac.
Ritorno a bordo soddisfatta.

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