Scout, la trentina Ludovica Ferrari al Jamboree in Usa
Anche Trento ha la sua ambasciatrice al 24° raduno Scout mondiale «Jamboree 2019»
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Anche Trento ha la sua ambasciatrice al 24° raduno Scout mondiale «Jamboree 2019».
Ludovica Ferrari, dall’associazione Scout laica Cngei di Trento, ha da pochi giorni iniziato la sua avventura nel West Virginia, negli Stati Uniti, per il raduno mondiale Scout che coinvolge 167 nazionalità, confessioni ed esperienze provenienti da tutto il globo.
Il raduno conta 45.000 ragazzi e ragazze. Quest’anno l’evento è organizzato da Messico, Stati Uniti e Canada, un progetto ambizioso di fratellanza e unione che vuole superare qualsiasi muro e divisione.
Il tema è racchiuso dallo slogan «Unlock a New World» dedicato all’educazione alla tecnologia e ai suoi vantaggi, all’avventura in natura, alla sostenibilità ma soprattutto alla solidarietà Scout come principio fondante dello scautismo internazionale.
Lo scoutismo è il movimento giovanile più grande del mondo e si incontra ogni 4 anni con delegazioni internazionali.
Il campo, dalle enormi dimensioni, è suddiviso in sottocampi e in questi la vita scout è la medesima tra tutte le nazionalità senza alcuna differenza, ci si incontra, si sorride e ci si ritrova attorno al fuoco notturno.
Insomma: sogni ed esperienze uniche per la trentina Ludovica, in un evento prezioso per chiunque abbia vissuto, anche per poco, lo scautismo. La Sezione Scout Cngei di Trento esprime tutto il suo orgoglio per Ludovica e per poter essere rappresentanti da una così degna ambasciatrice della città.
Dall’America, Ludovica scrive: «Ogni giornata al Jamboree sembra durare una vita. Siamo qui da pochi giorni ma tutti siamo stupiti dal fatto che sembra di essere qui da mesi.
Personalmente le attività le vedo non come l'attrazione principale del Jamboree ma come un'occasione di conoscere nuove persone e crescere sia singolarmente sia in gruppo. Vedere centinaia di sorrisi ogni giorno è bellissimo, perché ti fa capire come - per quanto due persone possano essere diverse - alla fine proviamo tutti le stesse cose. Il Jamboree è un'occasione per capire ancora una volta che le differenze non sono assolutamente un difetto, qualcosa da denigrare o odiare, ma qualcosa da esaltare e di cui andare fieri.
In primis, siamo ragazzi, giovani esseri umani che sono qua per crescere e per tornare arricchiti e spargere la nostra voce, non persone di nazionalità diversa. Quello viene dopo ed è motivo di stupore (scoprire qualcosa di nuovo), bellezza (accorgersi che il mondo è bellissimo proprio per chi ci abita e perché abbiamo tutti caratteristiche diverse). Non riesco bene a spiegare cosa si prova ma è un mix tra normalità o semplicità perché siamo appunto tutti ragazzi, ma anche di unicità perché è un momento che accade solo una volta nella vita e pensare di essere assieme a 45.000 ragazzi da tutto il mondo è semplicemente assurdo.»
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