Crisi Ucraina, 11° giorno: si sogna uno spiraglio
Si sta ipotizzando una soluzione mediata dalla Cina cxhe porti a un'Ucraina votata alla «neutralità perpetua», come l'Austria ai tempi della Cortina di Ferro
Biden ha posto l’embargo sull’importazione di gas e petrolio dalla Russia. Visto che costerà anche agli americani, si è affrettato a dire che «la libertà ha il suo costo».
Ma gli USA importato meno del 10 percento dalla Russia e a questi prezzi conviene che dia fondo ai propri giacimenti.
Diverso per l’Italia che importa l’80% delle fonti energetiche fossili, la metà delle quali proviene dalla Russia.
Anche noi prò daremo fondo alle nostre riserve e ai propri giacimenti e il ministro Cingolani ha anche ipotizzato l'indipendenza energentica in due o tre anni.
Di certo però è ora di rivolgere l'attenzione ad altre fonti alternative. Ci pare inevitabile optare per l’energia atomica di ultima generazione. Quando l’Italia disse NO al referendum sull’energia nucleare era il 1987, appena un anno dopo la catastrofe di Chernobyl. Facciamo un altro referendum?
Ma le novità più importanti vengono dagli argomenti messi in campo dai leader attualmente in dialogo.
Xi Jiping (Cina) ha fatto le prime mosse per trovare una soluzione insieme a Scholz (Germania) e Macron (Francia). E già il fatto che ne parlino seriamente è un enorme passo avanti.
Xi Jiping ha capito che ll'impatto negativo della instabilità finanziaria coinbolgerebbe inevitabilmente anche l'economia cinese.
Ma l’idea di fondo sarebbe quella concreta di concedere alla Russia le repubbliche russofone (che hanno già una particolare autonomia) e l’impegno per l’Ucraina di diventare una repubblica «neutrale», sulla scorta del modello Austria che ha retto fino alla caduta della Cortina di Ferro.
In pratica dovrebbe votarsi a una «neutralità perpetua» e non legarsi mai all’Unione Europea, né tantomeno alla NATO.
Bisogna dire che per arrivare a una soluzione di questo genere non occorreva scatenare una guerra del genere. Ma ci pare una soluzione percorribile per entrambe le parti. L’Ucraina resterebbe indipendente e Putin non perderebbe la faccia.
Anche Mario Draghi e Ursula von der Leyen stanno lavorando su un altro tavolo, cercando di trovare la quadra alle sanzioni verso Mosca in modo da non mettere in ginocchio i propri paesi. E trovando una soluzione organizzativa per i profughi che devono essere accolti e distribuiti.
Pare comunque inevitabile che dalla Crisi Ucraina debba nascere una nuova Europa.
La cosa che è mancata in tutta la sua evidenza in questa crisi è un esercito europeo.
Nell’idea dei Padri fondatori dell’Unione europea cerano la caduta dei confini, la moneta unica e l’esercito comune. I primi due traguardi sono stati raggiunti, mentre a impedire che nascesse un esercito europeo fu il presidente francese De Gaul.
Ma ciò che è emerso in questa crisi è che la somma degli eserciti dei vari paesi non fanno un esercito vero, ma un insieme di forze militari a sé stanti.
E difatti sarà una delle cose da mettere in cantiere al più presto.
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