Ucraina: confermata l’uccisione del collega Andrea Rocchelli
L’Ambasciata italiana a Kiev ha informato i familiari, che assisterà oggi al loro arrivo nella capitale ucraina
Nella foto, il collega Andrea Rocchelli con il suo interprete.
Un altro collega ha perso la vita facendo il suo lavoro in un teatro di guerra.
Si chiamava Andrea Rocchelli, aveva solo 30 anni, era di Piacenza ed era un libero professionista.
Con lui è morto il suo interprete.
Lascia la sua compagna e una bambina appena nata.
Il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha espresso il suo dolore per l'uccisione di Rocchelli e ha chiesto alle autorità ucraine che venga fatta luce sull’episodio.
«Chiediamo alle autorità ucraine che sia accertata rigorosamente la dinamica dell’attacco di cui è rimasto vittima Rocchelli. Nelle prossime ore sentirò personalmente il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Deshchytsia.»
I genitori di Andrea Rocchelli sono attesi a Kiev nel tardo pomeriggio di domenica, fa sapere la Farnesina.
Il personale diplomatico italiano sta cercando di fare in modo che le spoglie del giornalista siano portate a Kiev.
Il fotografo è stato colpito sabato a Sloviansk, nella regione ucraina di Donetsk, dove si trovava insieme al suo interprete.
Secondo il capo delle milizie di autodifesa dell'autoproclamata Repubblica di Donetsk citato dall'agenzia russa Interfax potrebbero essere stati i colpi sparati dall'esercito ucraino a uccidere Rocchelli e Mironov.
Andrea Rocchelli e il suo interprete avevano sentito i colpi di mortaio e si erano riparati in un fosso.
Purtroppo un proiettile è arrivato proprio lì dove avevano provato a ripararsi.
Il nostro giornale è vicino alla famiglia di Andrea e ai suoi amici.
Purtroppo è la seconda volta in pochi giorni che dobbiamo annuncira la morte di un collega caduto in un teatro di guerra. Il 15 maggio era accaduto a Camille Lepage (vedi).
Da parte nostra le missioni giornalistiche nei teatri di guerra continueranno comunque ad andare avanti, perché è così che la gente viene a conoscere i problemi reali della gente che soffre.
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