Ucraina – L’esercito regolare sta riprendendo il controllo
Per la prima volta le autoproclamate Repubbliche Popolari hanno perso il vantaggio militare
Il 5 luglio scorso, i ribelli filorussi della Repubblica Popolare di Donetsk (RPD) hanno abbandonato la città di Slovyansk, divenuta dallo scorso marzo una delle roccaforti dell’insorgenza nell’est del Paese.
La ritirata delle milizie anti-governative, che hanno ripiegato su Donetsk e Lugansk, è stata diretto effetto dell’operazione antiterrorismo di Kiev che, nelle ultime settimane, ha fatto riscontrare un notevole incremento della propria efficacia.
Per la prima volta dallo scoppio dell’insurrezione, le autoproclamate Repubbliche popolari del Donbass hanno perso il vantaggio militare che inizialmente avevano sulle forze ucraine e adesso si preparano ad una strenua difesa delle loro ultime roccaforti orientali.
A questo proposito, appare significativo come proprio durante la ritirata, 3 ponti ferroviari che collegano la città di Donetsk siano crollati, provocando l’interruzione delle linee di comunicazione con la città.
Anche in assenza di una rivendicazione, vi sono forti sospetti che possa trattarsi di un’azione dei separatisti per rallentare l’avanzata dell’Esercito ucraino.
A livello internazionale, continuano i tentativi di trovare una soluzione politica alla crisi ma il nuovo assembramento di truppe russe a Voronezh, a pochi km dal confine ucraino, porta a ritenere che Mosca prosegua con la sua politica ambivalente: da un lato promuovere i negoziati tra le parti, dall’altro sostenere i separatisti con equipaggiamento e mercenari.
Gli ultimi sviluppi della strategia russa nei confronti di Kiev lasciano intendere che, in caso di rischio di sconfitta del fronte separatista, il Cremlino non escluda del tutto la possibilità di un intervento militare diretto.
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