«Mercato e Democrazia» è il tema dell’edizione 2008 del Festival
Grandi studiosi e personalità pubbliche spiegano il presente e delineano il futuro dell'economia internazionale
Il Festival di Trento giunto alla
sua terza edizione si conferma come l'appuntamento dell'anno per il
dibattito e la discussione delle grandi questioni del nostro tempo.
Dal 29 maggio al 2 giugno economisti, giuristi, imprenditori,
politici, sociologi, giuristi si confrontano su Mercato e
democrazia un tema che torna a proporre opportunità di riflessione
e condivisione a un pubblico - quello dello scoiattolo - giovane,
attento all'economia, fortemente interessato all'attualità, alla
politica e alla società.
Così scrive Tito Boeri, responsabile scientifico del Festival.
«Ci eravamo abituati a credere che non ci potesse essere mercato
senza democrazia, ma ci siamo dovuti ricredere. Sì, ci possono
essere regimi totalitari che tollerano la presenza di mercati. Chi
non se n'è accorto col Cile di Pinochet, paese piccolo e regime
durato meno di 20 anni, ha dovuto poi fare i conti con il caso, il
grande caso, della Cina. Non si poteva e non si può ignorarlo.»
La relazione tra mercato e democrazia non riguarda, però, solo la
Cina ma anche situazioni molto più vicine all'esperienza di ognuno
di noi, come ad esempio lo stesso mondo delle imprese.
Infatti, seguendo, sempre la riflessione di Boeri
(nella foto) «non solo
i mercati possono coesistere con regimi autoritari, ma dentro ai
mercati operano organizzazioni che, al loro interno, non sono
affatto democratiche. Le imprese sono, in genere, gestite in modo
autocratico. Decide il "boss", il più delle volte senza
interpellare i dipendenti e tutti coloro, fornitori e clienti
abituali, che sono portatori di interessi nei confronti
dell'azienda. Se il boss rende conto a qualcuno, è agli azionisti,
ma ci sono sempre o quasi sempre alcuni azionisti che contano più
degli altri, indipendentemente dal numero di azioni che hanno in
mano. Non c'è il suffragio universale in azienda. Spesso non c'è
neanche il suffragio.»
Dunque l'intreccio tra mercato e democrazia si declina nel rapporto
tra partecipazione e decisione politica, nel legame tra
informazione e potere economico, nel filo doppio che lega sistema
produttivo e consumi. Ci chiariranno le idee su ognuno di questi
temi economisti di indiscusso prestigio provenienti dalle migliori
università mondiali.
Paul Krugman, docente di Economia e Relazioni Internazionali
all'Università di Princeton e alla London School of Economics,
editorialista del «New York Times», rifletterà su quanto le
ideologie possano condizionare il funzionamento dei mercati; Paul
Collier, professore di economia presso l'Università di Oxford, ci
farà capire per quale motivo i Paesi africani a basso reddito non
riescono a intraprendere con successo la via dello sviluppo;
Benjamin Friedman, docente di Economia Politica presso l'Università
di Harvard, metterà in discussione quella lunga tradizione di
pensiero che imputa al benessere economico conseguenze morali
gravi, dall'individualismo allo sfruttamento del lavoro altrui,
alla disintegrazione dei legami sociali tradizionali; Luisa Diogo,
attuale Primo Ministro del Mozambico, illustrerà la sua esperienza
di governo la cui efficacia ha destato l'attenzione degli
osservatori di tutto il mondo; Egor Gaidar, Primo Ministro russo
nel 1992 sotto il governo di Boris Eltsin e tra i primi
traghettatori della Russia verso il libero mercato, spiegherà le
difficoltà del passaggio dal sistema sovietico a quello
capitalistico; John Lloyd, giornalista ed editorialista del
«Financial Times», analizzerà lo scenario dell'informazione, in
presenza di una crescente concentrazione nella proprietà dei
giornali e della televisione sia in Europa che negli Stati Uniti. A
questi e tanti altri nomi si aggiungono grandi personalità del
dibattito pubblico italiano: tra gli altri Mario Monti, Guido
Rossi, Francesco Giavazzi, Luciano Gallino, Sergio Marchionne,
Piercamillo Davigo.
Nutrito l'appuntamento dei Forum dove economisti, politici e
giornalisti affronteranno i temi dell'attualità economica del
Paese: Protezionismo e mercato; Media e democrazia; Democrazia ed
imprese; Mercato, welfare e solidarietà.
Anche quest'anno non mancheranno tutti gli altri format: Parole
chiave, Alla frontiera, Visioni, Focus, Dialoghi, e poi ancora
Intersezioni e Testimoni del Tempo. Per quest'ultimo una novità: un
appuntamento sarà insolitamente a più voci; porteranno la loro
testimonianza coloro che quotidianamente lottano per la legalità in
quelle zone del nostro Paese in cui la criminalità organizzata
rende difficile uno sviluppo sano del mercato e della
democrazia.
Numerose come sempre le attività durante il Festival, dalle
presentazioni dei libri, curate anche quest'anno da Roberto
Ippolito, ai laboratori per bambini e ragazzi, agli spettacoli,
agli incontri organizzati dalle associazioni.
La «squadra» del Festival dell'Economia rimane invariata e si
consolida.
Responsabile scientifico: Tito Boeri;
Comitato Promotore: Provincia autonoma di Trento, Comune e
Università degli Studi;
Comitato organizzatore: «Il Sole 24 Ore», Editori «Laterza»;
Partner: Intesa Sanpaolo;
Main sponsor: Fiat Group, Gioco del Lotto,
Vodafone
Appuntamento dunque per questa grande opportunità di confronto e
riflessione collettiva. Un modo per condividere e capire i grandi
mutamenti del nostro tempo che partendo dall'economia coinvolgono
tutti gli ambiti della nostra società e del vivere quotidiano.
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