Mario Monti: La globalizzazione va governata
«L'Europa emerge sugli usa grazie a moneta unica e regole sulla concorrenza» «Senza antitrust l'Europa in mano ai più forti»
L'Europa come caso tipico di come il
mercato - comune, e governato da regole antitrust - abbia
arricchito la democrazia: di questo ha parlato stasera al teatro
Sociale di Trento l'ex Commissario europeo e presidente
dell'Università Bocconi Mario Monti, intervistato dal vicedirettore
del Corriere della Sera Dario Di Vico.
«A Trento ho iniziato la mia carriera di docente universitario, nel
1969 - ha detto Monti in apertura - e devo dire che è stata
un'esperienza che mi ha temprato.»
L'Europa, secondo Monti, non solo integra, ma trasforma anche in
meglio. E ciò vale in primo luogo per la politica.
«Non credo che la costruzione di un'Europa unita abbia tolto spazi
alla politica - ha aggiunto - ma semmai ha costretto la politica a
cambiare. La stessa crisi della Prima Repubblica credo sia stata
dovuta meno a Mani Pulite che all'avvento dell'Unione europea. E'
stata Maastricht a costringere i politici a mollare un po' la presa
sull'economia, grazie alla fine degli aiuti di Stato e
all'introduzione di regole per la concorrenza. Quando non c'erano
regole per il disavanzo pubblico si poteva dire di sì a tutti,
scaricando le conseguenze sulle generazioni future. Dopo non è
stato più possibile, la politica ha dovuto cominciare a
scegliere.»
E oggi, che molti traguardi sono stati raggiunti, «la sfida è
quella di agire per convinzione e non per costrizione. Anche se per
l'Italia l'emergenza rimane: è la perdita di competitività. Ma non
c'è un momento della verità, dove l'emergenza diventa
drammaticamente visibile. Ecco allora l'importanza di una buona
leadership, e di maggioranze forti. L'Europa, dal canto suo, le
regole le fa rispettare a tutti, grandi e piccoli. Io ho gestito la
fase della fine delle garanzie governative alle Landesbanken da
parte del governo centrale tedesco: non è stato facile, c'era un
accordo bypartisan per respingerla al mittente, ma alla fine la
politica europea si è imposta. Invece ricordo quella volta che mi
ha telefonato Berlusconi per dirmi che non ci sarebbero stati aiuti
di Stato alla Fiat. Questo aiutò moltissimo l'azienda a
risanarsi.»
Riguardo alla globalizzazione, Monti è netto.
«Sono d'accordo che un maggiore governo della globalizzazione sia
necessario perché la globalizzazione non finisca e venga accettata
dalla gente.
«Fino a qualche anno fa molti pensavano che si potesse lasciare il
governo della globalizzazione ad una serie di grandi imprese
multinazionali e a un'unica superpotenza. È sbagliato che i
politici italiani si siano appiattiti a zerbino sulle posizioni di
Bush. Il più strenuo oppositore ad una governance multilaterale
della globalizzazione sono stati gli Usa. Qualcuno, anche per
snobbismo antieuropeista, si è allineato. Ma adesso stanno
arrivando dei cambiamenti e bisogna approfittarne.
«Comunque - ha chiarito Monti - non credo nemmeno in una maggiore
intromissione della politica negli affari. La politica deve agire
nei campi che le competono, ad esempio nella lotta alle tante
corporazioni che ci affliggono. Altrimenti, senza una chiara ed
efficace politica antitrust, l'Europa cadrebbe nelle mani dei più
forti, come ho ripetuto tante volte ai socialisti e ai comunisti
europei, parlando loro della necessità di regole a garanzia del
buon funzionamento dei mercati.»
Sempre rimanendo all'Europa, però, un problema rimane aperto.
«L'Europa è l'unica realtà al mondo in cui una autorità
sovranazionale può far prevalere la sua volontà rispetto ai governi
nazionali. Quindi l'Europa deve portare anche al di fuori dei suoi
confini regole un po' simili alle sue. Oggi, comunque, essa sta
emergendo rispetto agli Usa con la moneta unica e le regole sulla
concorrenza. I semi di queste scelte, peraltro, vennero piantati in
Europa dagli americani nel Secondo dopoguerra, attraverso la
Germania. Lì gli Usa crearono una banca centrale e posero le basi
per la Ceca, la comunità del carbone e dell'acciaio. Comunque,
riguardo al rapporto Europa-democrazia, non mi stanco di dire che
l'Europa può fare passi avanti, ma già oggi essa non è
"vuota" di democrazia: il Parlamento europeo è eletto a
suffragio universale, e oggi ha poteri sempre maggiori.»
Monti infine si è detto favorevole al nucleare in Italia, «dopo che
avremo risolto il problema dei rifiuti a Napoli», ad una politica
fiscale redistributiva, ad un ruolo ben definito per le
organizzazioni sindacali e datoriali, «la cui rappresentanza
dovrebbe essere forse un po' meglio verificata».
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