Home | Festival Economia | 2008 | Le sfide dell’alta formazione nel mondo globalizzato

Le sfide dell’alta formazione nel mondo globalizzato

Il rettore Bassi: l'università italiana spreca talenti. L'assessore Salvatori: un sistema della ricerca dell'Euregio Il confronti alla Facoltà di Economia con Maria Da Graca Carvalho

image

Nella società della conoscenza l'accesso alla formazione rappresenta un elemento di democrazia. Ma la conoscenza è anche il fattore di sviluppo per eccellenza: utilizzarlo al meglio significa premiare i migliori e non sprecare alcun talento. Del rapporto fra queste due dimensioni si è parlato questo pomeriggio alla Facoltà di Economia dell'Università degli studi di Trento, nel corso di un confronto moderato dal preside Paolo Collini e a cui hanno preso parte l'advisor per l'innovazione e la ricerca del presidente della Commisione europea Barroso, Maria De Graca Carvalho, il rettore dell'Università di Trento Davide Bassi e l'assessore alla programmazione, ricerca e innovazione della Provincia autonoma di Trento Gianluca Salvatori.
La De Graca Carvalho ha illustrato le sfide che l'Europa ha di fronte, nel solco tracciato dalla strategia di Lisbona: sfide non da poco, considerato ad esempio che le risorse destinate al sistema universitario nella Ue, in percentuale sul Pil, sono circa la metà di quelle a disposizione negli Usa.
«Ma se il contributo pubblico non è molto dissimile, il contributo dal settore privato è negli States sette volte più alto che in Europa.»

Il problema, però, non è solo di risorse. Bisogna demolire le barriere fra le università, dare agli atenei autonomia reale, sviluppare partnership fra alta formazione e mondo economico.
«La conoscenza oggi non è un fatto privato, è un valore sociale - ha chiosato il rettore Bassi - ma l'università italiana spreca talenti. Trento lo fa forse meno di altre realtà. In compenso abbiamo problemi di dimensione: un sistema solo Trentino non è ragionevole. Comunque, rispetto a qualche anno fa abbiamo fatto molti passi in avanti. Con la riforma recente la frammentazione è calata, abbiamo cominciato a mettere le forze a fattore comune.»

«E' vero - ha detto Salvatori, tra i principali artefici della riforma del settore in Trentino - ma il mondo cambia sempre più velocemente. Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito ad un fatto nuovo: l'università non è più il soggetto che guida i cambiamenti. L'economia è divenuta centrale. L'università deve quindi stare al passo, essere sempre più aperta: ma sappiamo che in Europa questo è più difficile che negli Usa, anche per ragioni storiche. In Italia alcuni atenei - fra cui quello di Trento - hanno cercato di introdurre nel sistema dei finanziamenti alle università il concetto del merito: sono stati sbeffeggiati. Nel frattempo in Cina stanno facendo la stessa cosa, su scala cinese: il loro obiettivo è piazzare 100 atenei cinesi fra i primi 500 al mondo entro il 2002. E ci riusciranno.»
Venendo al sistema della ricerca, Salvatori ha detto che è necessario fare sistema almeno a livello di «Grande Tirolo», mettendo assieme Trento, Bolzano e Innsbruck.
«Ho lanciato la proposta un anno fa - ha aggiunto - ma siamo ancora alle fasi iniziali. E guardate che non è un'idea nuova, è un'idea scontata.»

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande