I fallimenti della transizione al mercato e alla democrazia
L'intervento del professor Erik Berglof Un'analisi sui paesi dell'Est europeo
Che interazione c'è tra economia di
mercato e democrazia? La democrazia aiuta il mercato a prosperare o
piuttosto migliorare le condizioni di vita di un popolo agevola la
diffusione di sistemi politici democratici? La risposta non è
scontata ed univoca perché vi sono esperienze molto diverse tra
loro. Questi interrogativi hanno però fatto da sfondo alla
relazione tenuta questo pomeriggio da Erik Berglof che nella
Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Trento ha parlato del
tema «I fallimenti della transizione al mercato e la
democrazia».
«Guardando alla cronaca mondiale - ha detto la giornalista Adriana
Cerretelli introducendo la relazione - si può concludere tutto e il
contrario di tutto. Questo succede anche perché economia di mercato
e democrazia sono difficilmente comparabili poiché la prima è uno
strumento, la seconda un valore.»
Berglof ha svolto un'accurata indagine sulla transizione vissuta
dai paesi dell'ex blocco sovietico o comunque dall'economia
pianificata, raccogliendo dati relativi a 29.000 famiglie e
approfondendo la percezione di fallimento che le persone hanno
portato con sé nel passaggio dal socialismo reale alla democrazia e
dall'economia pianificata al libero mercato.
In alcuni paesi il PIL è attualmente più basso rispetto a prima,
anche a causa di conflitti o della disorganizzazione che ha
accompagnato il cambiamento. Questo ha fatto sì che l'indice di
soddisfazione sia più basso rispetto ai paesi non interessati dal
cambiamento. La ricerca ha evidenziato che nei paesi coinvolti
dalla transizione molte persone avvertono che si sta peggio oggi
rispetto a prima, e pensano che il loro tenore di vita sia
peggiorato. Sono cresciute le disuguaglianze sociali e la loro
percezione. In alcuni di questi paesi il sostegno all'economia di
mercato è ancora debole mentre in altri è ancora debole il sostegno
alla democrazia. Assistenza sanitaria e scuola sono l'oggetto delle
principali insoddisfazioni in molti stati ed è calata la fiducia
reciproca tra le persone mentre la corruzione si è diffusa o
persiste.
Tra le possibili spiegazioni offerte dalla ricerca di Berglof vi
sono l'instabilità, il peggioramento dei beni e dei servizi
pubblici, l'incapacità di adattarsi ai rapidi cambiamenti,
l'aumento delle disuguaglianze e l'aumento delle aspirazioni
individuali legato al confronto con altri stili di vita. Il futuro
dei paesi che hanno compiuto la transizione sembra però più roseo
grazie al fatto che il capitale umano viene sempre più apprezzato e
valorizzato e che ad una diminuzione dell'instabilità fa da
contraltare un progressivo miglioramento della situazione economica
con effetti benefici sul livello di soddisfazione delle persone. La
ricerca ha poi evidenziato che vi è più democrazia dove la classe
media è più diffusa e che le persone che stanno meglio e sono più
istruite sono più favorevoli al mercato e alla democrazia, infatti
l'esperienza personale nel mercato del lavoro influenza molto
pareri e atteggiamenti. Quanto al legame tra democrazia e mercato
non sembrano emergere risultati univoci anche se la democrazia
sembra promuovere l'economia di mercato.
Professore di economia, Erik Berglof ha insegnato presso le
Università di Stoccolma, Bruxelles e ha collaborato come visiting
professor a Harvard, al MIT e a Stanford. Dal 2006 è Chief
Economist presso la European Bank for Reconstruction and
Development. È stato Direttore del SITE (Stockholm Institute of
Transition Economics), Presidente del CEFIR di Mosca (Centre for
Economic and Financial Research) e Programme Director al CEPR di
Londra (Center for Economic Policy Research). Riconosciuto come uno
dei massimi esperti di economia della transizione, ha svolto
attività di consulenza per il governo svedese e per organizzazioni
internazionali quali la Banca Mondiale e il Fondo Monetario
Internazionale. Tra le sue pubblicazioni: The New Political Economy
of Russia? (con A.Kounov, J.Shvets e K.Yudaeva), MIT Press
2003.
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