Unione Europea: un mercato senza democrazia?
L'intervento del professor Sergio Fabbrini e del giornalista Carlo Bastasin: L'Unione Europea è qualcosa di più di un'unione economica e commerciale?
È un mercato o una democrazia? Da
questi interrogativi ha preso avvio il dibattito che ha portato
Sergio Fabbrini a concludere che l'Unione è un vero e proprio
sistema politico con caratteristiche democratiche e post nazionali.
Ha bisogno però di una Costituzione per fare un notevole passo in
avanti, soprattutto nell'ottica di proiettare la sua influenza
all'esterno.
Le istituzioni europee, come ha ricordato il politologo
dell'Università di Trento Sergio Fabbrini, sono una realtà molto
complessa che regola la vita di circa 500 milioni di abitanti in 27
stati diversi. Sono nate grazie ad una serie di trattati e come
risposta di pace alle due guerre mondiali. Per questo motivo
l'Unione rappresenta una formidabile esperienza di combinazione di
elementi statali e sovrastatali. Non poteva essere costruita
centralizzando il potere o seguendo lo schema classico di
rappresentanza che si adotta nei singoli stati proprio perché è una
realtà che tiene assieme paesi di dimensioni e di peso molto
diversi tra loro.
È caratterizzata dall'assenza di un governo, inteso nel senso
statale di luogo ultimo dove si decide, perché è costruita sulla
base della negoziazione e del confronto dialettico tra istituzioni
diverse. Nonostante questo non può non essere definita democratica
poiché chi prende le decisioni a Bruxelles non sono i componenti
della burocrazia comunitaria ma persone elette direttamente o
indirettamente dai cittadini degli stati. Inoltre esiste un
complesso sistema di norme e di controlli giudiziari a garanzia
della tenuta complessiva dell'impianto istituzionale.
In sintesi l'Unione Europea è sicuramente un'organizzazione che
regola un mercato ma è anche un vero e proprio sistema politico
visto che prende decisioni vincolanti per tutti e che incidono
nella vita di tutti come dimostra il fatto che circa due terzi
delle leggi nazionali consistono in adattamenti o applicazioni
delle decisioni prese a Bruxelles. Per fare un vero salto di
qualità l'Unione ha bisogno però di una Costituzione, soprattutto
per rivolgere la sua influenza verso l'esterno.
Carlo Bastasin ha evidenziato che il calo di consenso nei confronti
dell'Unione, registrato soprattutto tra il '91 e il '98, e ancora
non recuperato, è dovuto in buona parte al processo di integrazione
monetaria che ha messo a nudo le incoerenze e le inadeguatezze
delle politiche nazionali di difesa del lavoro e del capitale.
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