Claudio Taverna chiede di sospendere il Festival dell’Economia
Ovviamente è una provocazione, ma alla quale abbiamo voluto rispondere
Claudio Taverna ci fa sapere che ha
scritto un articolo sul suo giornale «Trentino Libero», nel quale
dichiara che il Festival dell'Economia è una spesa inutile (si può
accedere all'articolo tramite
questo link). Le motivazioni sono di carattere
generale, ma l'argomento specifico sul quale carica la protesta è
molto preciso.
«Non mi risulta che nessuno dei relatori ospiti della edizione 2008
- scrive Taverna, - avesse previsto la "crisi mondiale" che si
sarebbe scatenata dopo qualche mese.»
Ma non è così. Al di là degli effetti benefici che il Festival
produce al Trentino e soprattutto ai Trentini, come avevamo già
scritto scritto in passato, alcuni economisti di assoluto rilievo
avevano predetto la crisi in tutta la sua pesante realtà. Per
citare i più titolati, ricordiamo Guido Rossi, ex presidente della
Consob, e Sergio Marchionne, Amministratore Delegato della
Fiat.
Riportiamo alcuni brani dei servizi pubblicati allora.
Il primo parla con l'editorialista della Repubblica
Federico Rampini (vedi
articolo).
«È il capitalismo che mangia se stesso. - commenta Rossi. - La
crisi è innescata, i principi non sono più quelli che hanno
accompagnato, ad esempio, la grande crisi del 1929. Non ci siamo
ancora accorti che quel capitalismo non è più quello di oggi. Spa,
azionisti, mercati finanziari non sono gli stessi. Un esempio?
Allora il 92 per cento delle azioni era dei cittadini. Era la
grande democrazia azionaria americana, almeno una azione per
cittadino. L'anno scorso più del 70 per cento delle azioni a New
York era nelle mani dei Fondi…»
Poi, il moderatore faceva una domanda più circostanziata.
«Ieri il governatore della Banca d'Italia, Draghi, ha detto che il
nostro paese è uno dei meno esposti alla crisi finanziaria.
Condivide?»
«No. Non me la sento di dare messaggi rassicuranti. - Risponde
Rossi. - Lui avrà le sue ragioni per queste dichiarazioni: io non
sarei così ottimista. Perché? Ad esempio perché ci sono 45 trilioni
di dollari in un mercato fuori controllo, quello dei cosiddetti
Fondi scommessa, dei derivati fatti sulla possibile insolvenza
delle società. È una cifra pari a cinque volte il debito pubblico
americano. Lo ha scritto Soros recentemente sul "New York
Review of Books": è la maggiore minaccia che incombe sul mondo
economico. E in Italia la crisi di questi derivati, altro che
quella delle banche per i mutui, non è ancora arrivata.»
Il secondo parla con Ferruccio De Bortoli, allora direttore de
Il Sole 24 ore (vedi
articolo).
Ad un certo punto la conversazione cade sui mercati finanziari, e
in particolare alla «crisi dei mutui subprimes».
«Non vi voglio terrorizzare - ha ripetuto più volte Marchionne - ma
è chiaro che ci vogliono regole chiare sui rischi che le banche
possono assumersi e sulla trasparenza del loro operato. La crisi
verrà e sarà terribile.»
Certo è disarmante leggere cosa ha detto la maggior parte degli
economisti sulla crisi che non verrà, ma proprio per questo il
Festival dell'Economia è diventato l'appuntamento mondiale più
importante per fare il punto della situazione.
Commenti (0 inviato)
Invia il tuo commento