Inaugurata la quarta edizione del Festival dell’Economia
I saluti di Lorenzo Dellai, Alessandro Andreatta, Tito Boeri, Innocenzo Cipolletta, Gianfranco Fabi, Giuseppe Laterza, Corrado Passera
G. Pedrotti, G. Laterza, T. Boeri, A. Andreatta, L. Dellai,
I. Cipolletta, G. Fabi e C. Passera.
È dedicata al tema «Identità e crisi globale» la quarta edizione
del Festival dell'economia di Trento, apertosi come è ormai
tradizione al castello del Buonconsiglio, ma possiamo anticipare
che sarà dedicata quasi esclusivamente alla crisi, anche se Boeri
fa il possibile per trascinare il discorso sull'intero titolo.
All'inaugurazione ci sono stati i saluti del presidente della
Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, del sindaco di Trento
Alessandro Andreatta, del responsabile scientifico Tito Boeri e dei
rappresentanti di alcuni dei principali partner dell'evento,
Innocenzo Cipolletta (Università di Trento), Gianfranco Fabi (Il
Sole 24 Ore), Giuseppe Laterza (gruppo Laterza), Corrado Passera
(gruppo Intesa Sanpaolo).
Molte cose sono cambiate in un anno, sul piano politico - una per
tutte l'elezione di Obama alla presidenza degli Stati Uniti - ma
anche naturalmente su quello economico, come ricordato dal
moderatore Giampaolo Pedrotti in apertura dei
lavori.
«È esplosa una crisi che rappresenta il convitato di pietra di
questa edizione del Festival, e che non avremmo mai voluto
invitare. Da qui, da una Trento che 450 anni fa con il Concilio si
confrontò con un altro genere di crisi, non meno lacerante, si
proverà a fare il punto della situazione e ad indicare le
prospettive future.»
A seguire i saluti del sindaco di Trento Alessandro
Andreatta, che ha ricordato come il Festival rappresenti
un'opportunità preziosa per uscire dai propri confini, anche
mentali, per aprirsi al dialogo e per confrontarsi con le grandi
problematiche mondiali. Richiamando uno dei temi dell'edizione
2009, quello dell'identità, Andreatta ha posto l'accento sulla
necessità di non sottovalutare «i segnali di chiusura e di
autoreferenzialità che la cronaca recente del paese ci propone». Un
grazie infine dal sindaco a tutti coloro che hanno reso possibile
questo evento, primi fra tutti i tanti volontari.
Ha quindi preso la parola Innocenzo Cipolletta in
rappresentanza dell'Università di Trento.
«Parlare di crisi potrebbe sembrare persino una mancanza di
rispetto nei confronti di quanti stanno soffrendo a causa di essa.
A nostro giudizio, invece, questa scelta ci offre proprio la
straordinaria opportunità di conoscere più da vicino cause e
prospettive della crisi, e la conoscenza è di per sé un antidoto
alla paura, nonché la molla per fare progredire le genti.
Personalmente penso che il peggio sia passato, anche perché forse
il peggio è stato sovrastimato. Non eravamo alla vigilia
dell'apocalisse, forse la nostra non-conoscenza dei meccanismi
della crisi ci ha portato fuori strada.»
Da Cipolletta infine un invito non solo o non tanto a cercare i
«colpevoli» quanto a ricercare le soluzioni, pur respingendo un
facile ottimismo «di regime», che attribuisce la crisi ai media e
all'informazione in generale (magari per controllarla meglio),
piuttosto perseguendo un ottimismo basato sulla volontà e sulla
conoscenza.
Tito Boeri ha parlato di crisi globale e di
un'identità che viene sempre più spesso declinata in sede locale,
là dove si cercano le soluzioni alla crisi stessa. Ciò genera
fenomeni come la recente protesta di quei dei lavoratori inglesi
nei confronti dei colleghi italiani dipendenti di una ditta
vincitrice di un appalto in Inghilterra, accusati di portar via
loro in lavoro.
«L'Europa non é stata in grado di dare una risposta coordinata e
sopranazionale alla crisi - ha detto ancora Boeri - ed è per questo
che è importante interrogarsi sul tema dell'identità e su quelli ad
esso connessi, con riferimento alle risposte circoscritte o locali,
che possono produrre distorsioni nel nostro sistema di welfare.
Pensiamo ad esempio alla social card, caratteristico di un
approccio selettivo alla protezione sociale che taglia fuori chi
non é classificato cittadino italiano, anche se vive qui e paga le
tasse in Italia, e magari premia chi è in possesso della
cittadinanza ma ha vissuto la maggior parte del tempo altrove.»
Boeri ha parlato inoltre del conformismo manifestato da molti
economisti che hanno sottovalutato gli scenari della crisi,
atteggiamento che sarà «processato» in questa edizione del
Festival.
«Ma se abbiamo per certi versi replicato la crisi del '29 - ha
concluso - non avremmo un altro '33 [quando il peso della crisi del
'29ha sconvolto l'Europa - NdR], oggi conosciamo gli errori del
passato e non li ripeteremo.»
Giuseppe Laterza ha parlato naturalmente di libri
e di autori, che al Festival dell'economia di Trento hanno molto
spazio.
«Un mese fa ero ad Oxford - ha detto - per festeggiare gli 80 anni
di un grande sociologo, Ralf Dahrendorf, che é stato protagonista
della prima edizione del Festival. Ad un certo punto uno degli
ospiti, Parta Dasgupta, anch'esso relatore ad una delle passate
edizioni del Festival trentino, ha parlato di fiducia come di un
prodotto della conoscenza, che a sua volta é un prodotto della
democrazia, del pluralismo. Venendo a Trento per questo Festival si
respira qualcosa del genere, si respira uno straordinario senso
civico, dovuto al rapporto dialettico individuo-società.»
In rappresentanza di un altro pilastro organizzativo dell'evento,
Il Sole 24 Ore, ha parlato Gianfranco Fabi, forse
il più interessante da ascoltare.
«L'informazione ha un ruolo fondamentale - ha ricordato - ed é per
questo che abbiamo sempre supportato questo evento, espressione di
una realtà locale capace di produrre una riflessione di portata
nazionale e internazionale. Dobbiamo innescare un nuovo circolo
virtuoso, fondato sulla centralità della persona, sulla coesione e
la partecipazione, e l'informazione in queste dinamiche può dare un
contributo prezioso.»
Per il Gruppo San Paolo, uno dei sostenitori della prima ora del
Festival, ha preso la parola Corrado Passera.
«Il tema di quest'anno é, per la nostra classe dirigente, una sfida
culturale prima ancora che economica. Identità e globalizzazione: è
questo il binomio 'critico', perché la globalizzazione, prima
ancora della crisi, mette in discussione la vita quotidiana, fisica
delle persone e delle comunità. Fra le reazioni positive alla
globalizzazione abbiamo avuto ad esempio il glocalismo, che non
scopriamo ora. Ora nello scenario globale ha fatto irruzione la
crisi, che è il prodotto in realtà di tante crisi, che agiscono
anche sulle identità. La reazione della politica è stata
prevedibile e abbastanza moderata: non si è ceduto, come 70 anni
fa, alla tentazione del protezionismo. Si sta cercando di
impostare, attraverso il G20, una risposta multilaterale alla
crisi. L'Europa rappresenta ancora, in questo contesto, il modello
migliore, anche se migliorabile, Italia compresa.»
Infine Lorenzo Dellai, presidente della Provincia
autonoma di Trento.
«Il ruolo della politica - ha detto, ringraziando tutti gli ospiti,
i partner e gli sponsor del Festival - è innanzitutto tenere
assieme tutte le realtà che si confrontano nel Festival, e che gli
danno un carattere aperto, dialogante, che lo connota in maniera
irripetibile. Perché in un momento di crisi noi continuiamo ad
organizzare un evento come questo? Ritengo che proprio in un
momento del genere sia più che mai necessario far crescere un polo
della conoscenza e della riflessione. Il Festival per noi
rappresenta non solo un investimento materiale ma soprattutto un
grande impegno culturale, che ha come pilastri pluralismo delle
idee e il dialogo fra i saperi, ed è quindi lontano da qualsivoglia
appiattimento su alcuni indicatori, su qualsivoglia 'dittatura del
Pil'. In questi mesi in Trentino stiamo affrontando anche altre
occasioni di riflessione, sulla nostra Autonomia speciale, sul
ruolo delle discipline umanistiche, e a settembre organizzeremo un
grande incontro, assieme alla Diocesi, con i nostri missionari. Il
Festival dell'economia si colloca dunque all'interno di un
confronto più vasto e generale e ci aiuta a disegnare una nuova
idea di futuro, a livello globale e territoriale. La difesa
dell'identità dei territori è la cifra che distingue una
globalizzazione selvaggia da una globalizzazione accettabile.
Questo pensiamo come territorio autonomo e siamo pertanto molto
interessati a confrontarci sul tema che abbiamo messo al centro
della quarta edizione del Festival, che riteniamo centrale per il
futuro stesso della nostra comunità.»
Commenti (0 inviato)
Invia il tuo commento