Cala il sipario sulla quarta edizione del Festival dell’Economia
Un bilancio certamente positivo, decisamente maturo e consolidato. Funestato purtroppo dalla tragedia del volo AF 477
È stato di un nuovo successo anche
la quarta edizione del Festival dell'Economia. Il pubblico è
aumentato ancora, attirato da mille occasioni, in particolare dai
grandi nomi e - novità di quest'anno - dai grandi processi. Questi
ultimi, sicuramente ispirati dalla Crisi dei Mutui, danno ragione
il procuratore della Repubblica Stefano Dragone, quando in
un'intervista ci spiegò che la gente ha bisogno di vedere celebrato
il rito che separa il bene dal male.
Va comunque precisato che sono stati condotti con grande
professionalità e c'è da augurarsi che vengano mantenuti anche
nelle prossime edizioni del Festival.
Impressionante il numero di accessi al sito del festival, perché 5
milioni sono dei numeri davvero stratosferici. È la dimostrazione
che il mezzo internet si è andato ad affiancare a quelli
tradizionali, senza portar via nulla a loro, ma anzi arricchendo il
panorama di conoscenze messe a disposizione del pubblico.
Noi, che ci rivolgiamo al popolo Internet, non possiamo che esserne
felici e ringraziamo tutti coloro che ci hanno cercato digitando la
parola Festival dell'Economia a fianco del nome nostra testata.
Particolarmente apprezzato il momento delle conferenze stampa, alle
quali abbiamo dato ampio spazio, anche perché ci eravamo proposti
di rivolgere a tutti gli economisti la stessa domanda: «Avevate
previsto la crisi?».
In buona sostanza, nessuno di loro l'aveva prevista, al massimo
qualcuno ci era andato vicino. Le ragioni comuni di questa «svista»
sono da collocare in due fattori. Il primo è che a dirigere il
gioco della grande speculazione si trovavano i più importanti
gruppi bancari e finanziari del mondo. Il secondo sta nel fatto che
la maggior parte degli economisti si stavano occupando di aspetti
fortemente verticalizzati e non a a fenomeni macroeconomici.
Insomma, stavano giocando con le barchette di carta e non si sono
accorti che stava arrivando una petroliera…
Abbiamo peraltro avuto la netta impressione che la nostra domanda
«avevate previsto la crisi?» non fosse piaciuta molto a
Cipolletta e a Laterza, dato che entrambi si sono sentiti in dovere
di giustificare in qualche modo la categoria degli economisti.
«Anche i politici, - aveva detto il primo in conferenza stampa, -
se potessero prevedere una guerra, la eviterebbero.»
Un paragone infelice, perché le guerre vengono quantomeno
dichiarate, o comunque volute.
Anche Laterza aveva sentito il dovere in conferenza stampa di
difendere la categoria degli economisti, come se mai avessimo mosso
un'accusa contro di loro. E come se l'argomento potesse in qualche
modo svilire il Festival.
«Se avessero previsto la crisi, - ha commentato, - la crisi non ci
sarebbe stata.»
Invece a noi pare che agli intervistati abbia fatto piacere poter
rispondere alla nostra domanda, cogliendo così l'occasione di
esprimere una propria posizione in un momento in cui si sentono al
centro dell'attenzione.
I grandi progetti sono largamente inutili e troppo lenti per farci
uscire dalla crisi
Insegna economia ad Harvard ed è uno degli italiani da anni in
odore di Nobel. Con Francesco Giavazzi è l'autore de «La Crisi. Può
la politica salvare il mondo?» pubblicato da Il Saggiatore.
Mentre i Nobel erano assolutamente concreti e dotati di una
ammirevole umiltà, alcuni personaggi noti sono venuti per
autocelebrarsi, rendendo così sterile il dibattito. Non
appartengono questa categoria Letta e Montezemolo, però va
evidenziato che quando il presentatore di un libro (Montezemolo) è
più importante dell'autore (Letta), tutti i riflettori vengono
puntati sul più importante, in questo caso Montezemolo. Insomma,
non ci resta che leggere il suo libro per farci un'idea (ne
pubblicheremo a breve una recensione).
In occasione della chiusura della quarta edizione del Festival
dell'economia, il presidente della Provincia autonoma di Trento
Lorenzo Dellai ha espresso la sua soddisfazione per la piena
riuscita dell'evento e ha voluto rivolgere nuovamente un pensiero
commosso ai trentini presenti sull'airbus precipitato oggi al largo
delle coste del Brasile.
Questo il testo che ha diramato alle redazioni.
Un grande successo anche questa
quarta edizione del Festival dell'economia, purtroppo funestata
dalla tragedia consumatasi in queste ore Brasile. Una tragedia
della generosità e dell'impegno, che ha colpito persone che non si
erano mai risparmiate, che mai si erano tirate indietro.
L'espressione «caduti sul campo», il campo del lavoro, il campo
della solidarietà, il campo della fratellanza, in questo caso mi
sembra essere davvero la più vera, la più autentica. |
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