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Colaninno: «Questo è stato l’affare Alitalia»

Oggi Roberto Colaninno e Andrea Boitani hanno affrontato uno dei casi più controversi della recente storia italiana

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Come ha sostenuto Marco Panara, giornalista de La Repubblica introducendo l'incontro, «quella dell'Alitalia è una delle storie più affascinanti d'Italia».

E anche una delle più controverse.
Diverse le ricostruzioni del caso presentate nel dibattito in cui hanno preso parte Roberto Colaninno, presidente delegato di Alitalia oltre che presidente di Immsi, presidente e amministratore delegato del Gruppo Piaggio, e Andrea Boitani, docente di Economia politica presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed uno degli economisti che hanno meglio studiato l'evoluzione delle infrastrutture strategiche del nostro Paese.

«È stata anche una delle più grandi macchine mangiasoldi - così Marco Panara ha iniziato la sua ricostruzione del caso Alitalia. - Già nel '99 cominciano le prime ipotesi di privatizzazione con l'intervento dell'olandese KLM ma l'operazione non andò in porto. Nel '94 Berlusconi accenna alla possibilità di vendere la compagnia di bandiera ma è solo nel 2006 che Prodi lancia un allarme forte.»

Marco Panara continua descrivendo il lungo processo durato 800 giorni in cui sono stati bruciati, a causa delle perdite della compagnia, 1,5 miliardi di euro.
Nel 2007 sembra intravedersi una soluzione: Air France manifesta interesse e comincia a trattare
Si parla di ricapitalizzazione, diminuzione dei posti di lavoro ed altri interventi, ma il prezzo del petrolio sale e Air France comincia a rallentare.

A marzo, Spinettà, presidente di Air France, comincia a trattare ma il 2 aprile abbandona il tavolo delle trattative e su questo ritiro si scatenano le ipotesi.
Dopo l'insediarsi del nuovo Governo, nell'estate del 2008 esce allo scoperto una cordata: è Cai - Compagnia aerea italiana.

Alitalia viene commissariata e nel dicembre del 2008 si firma. Il 13 gennaio 2009 debutta la nuova compagnia di bandiera che deve gestire un'eredità molto difficile.

Andrea Boitani sottolinea il silenzio (soprattutto mediatico, dice lui) seguito all'abbandono di Air France.
Un silenzio che in qualche modo avvolge i lavori e le trattative della nuova cordata.
«Il mio comportamento è stato così coperto che la stampa non se ne è accorta - ribatte Roberto Colaninno. - Io parlavo con i vertici di Lufthansa già nel febbraio 2008 immaginando uno specifico scenario. Erano certi che Alitalia fallisse e che Air France non avrebbe condotto al termine la trattativa perché sapeva di non essere in grado di gestire la compagnia in Italia, dove ci sono nove forti categorie sindacali. Eravamo in una situazione di attesa; andò come previsto.»

Colaninno rivela anche i quattro punti che Cai (Compagnia aerea italiana) pose a base della trattativa: nuove relazioni sindacali con la scomparsa del sindacato autonomo, assunzione di 12.000 persone, 3 anni di monopolio della tratta Roma-Milano, un accordo industriale con una grande compagnia di volo. Condizioni che vennero accettate e che vennero coronate dal successivo accordo con Air France.
«Questo è stato l'affare Alitalia» conclude Colaninno.

Interessante anche la valutazione dei costi e benefici del caso Alitalia condotta da Andrea Boitani.
Diversa è la valutazione se diversi sono i soggetti presi in considerazione.
Per i cittadini, c'è l'interesse ad avere una o più compagnie aeree che consentono la mobilità.
Per i contribuenti, il conto, salato, è stato stimato in 3 miliardi di euro.
Per la compagnia aerea, l'interesse c'è come conferma, e non potrebbe essere altrimenti, anche il presidente delegato di Alitalia.

La discussione continua analizzando la qualità attuale del servizio offerto da Alitalia.
Buono ma migliorabile secondo i relatori dell'incontro. Una riflessione particolare viene spesa dagli ospiti sul fenomeno delle lowcost.
«Ryanair ha pubblicato recentemente i suoi dati, sono straordinari - dice Roberto Colaninno - e al momento Alitalia ha raggiunto gli stessi costi, quello che ci manca è la capacità di riempimento e la possibilità di tenere gli aerei quasi sempre in volo.»

Moltissime le domande di un pubblico molto spesso critico e interessato ad un caso che nel bene e nel male ha appassionato l'Italia.
Perché, come non ha dimenticato di ricordare l'amministratore delegato di Alitalia, «una compagnia come questa rappresenta un valore: ha 110 milioni di clienti».

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