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Festival dell’Economia, ottava edizione: «Sovranità in conflitto»

Ci possono anche essere vantaggi nel perdere sovranità, ma molto dipende da come e verso chi la si perde.

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Di «Sovranità in conflitto» discuteranno economisti, politici, studiosi delle più diverse discipline dal 30 maggio al 2 giugno in occasione dell’ottava edizione del Festival dell’Economia di Trento.
«La crisi – come scrive Tito Boeri, responsabile scientifico del festival – ha fatto rimpicciolire molte sovranità nazionali. Molti re si sono scoperti terribilmente piccoli ancora prima che nudi. Governi nazionali sono dovuti intervenire per salvare istituzioni finanziarie che erano fino a 10 volte più grandi di loro.
«Hanno scoperto, loro malgrado, che l’unico modo per affrontare il problema era quello di gestire la crisi (e gli aiuti) assieme ad altri paesi, rinunciando a un pezzo della sovranità che almeno formalmente avevano pur di non perderla del tutto, travolti dal fallimento di giganti, di istituzioni molto più grandi di loro e che non potevano lasciar fallire senza fallire essi stessi.
«E anche al di fuori della crisi, come è possibile regolare giganti che sono così potenti da poter tenere sotto scacco i governi nazionali?»
 
Si apre e si chiude con due Premi Nobel dell'Economia: il ritorno di Michael Spence all'inaugurazione del 30 Maggio sul tema del «governo della catena produttiva globale» e la chiusura di James Mirrlees il 2 Giugno proprio sulla perseguibilità dell'abbandono dell'Euro.
Nel mezzo una serie d'incontri che ci faranno capire come proprio il concetto di sovranità monetaria, politica e fiscale stia subendo una forte trasformazione.
Tra questi di grande interesse la testimonianza di George Papacostantinou, già ministro delle Finanze greco, su come si vive e si tratta con «la troika».
Il Segretario Generale dell'OCSE Angel Gurria illustrerà le strategie per combattere e ridurre la disuguaglianza mentre Nemat Shafik, Deputy Director del Fondo Monetario Internazionale, ci darà il suo speciale punto di vista sulle sfide dell’economia mondiale.
 
Non può certo mancare un’attenzione particolare al nodo europeo. Il vecchio continente si trova a metà del guado: da un lato un’integrazione politica e fiscale più serrata, dall’altro la disintegrazione e la fine dell’Euro: come sarà l’Europa fra vent'anni?
Ce lo dirà Giuliano Amato, un «testimone del tempo» tra i grandi protagonisti del processo d'integrazione continentale.
Sugli eurotemi interverranno inoltre, Luis Garicano, «Può l'Euro sopravvivere?», Daniel Gros, «L’unione bancaria per salvare l'Euro», Charles Wyplosz, «Come rimettere a posto l'area dell'Euro», e Lucrezia Reichlin, «Quanto deve essere indipendente la BCE».
 
Con il consolidamento della globalizzazione dei mercati non si è certo ridotta la povertà, al contrario sono aumentate le disuguaglianze sia tra gli Stati sia tra le fasce della stessa popolazione dentro i confini nazionali: l’economista indiano Kaushik Basu, Chief Advisor del governo indiano partendo da una critica serrata del capitalismo contemporaneo, proporrà una visione originale della scienza economica.
Con Federico Rampini faremo il punto sulla controversa «dottrina Obama», per poi passare alla Cina e alla crescita asiatica con l'incontro con Michael Pettis e Tongdong Bai sui modelli di autoritarismo illuminato. Hélène Rey, ci aiuterà a valutare rischi e opportunità della globalizzazione finanziaria.
 
Da non perdere, poi, la lectio di uno tra più autorevoli e popolari filosofi americani, Michael Sandel che ci spiegherà come siamo passati da un’economia di mercato a una società di mercato, con tutti gli effetti fortemente distorsivi nelle relazioni tra le persone.
E ancora Fabrizio Barca che interverrà in un dibattito sul Nord e Sud dell’Europa e Paola Sapienza che rifletterà sul ruolo delle banche nell’economia, sui diversi modelli di governance, offrendo una chiave di lettura delle sfide che gli istituti di credito italiani dovranno fronteggiare nel futuro.
Di grande interesse la riflessione di Colin Crouch sul controllo dei "giganti", le grandi corporation che agiscono aldilà e al di sopra dei confini degli stati nazionali.
Attualissime le considerazioni di Stefano Rodotà su vecchi e nuovi diritti.
 
L’ Italia fin dalla nascita dello Stato unitario ha dovuto fare i conti con una sovranità ingombrante come quella della Chiesa. Una convivenza vissuta fra reciproche diffidenze e convenienze.
Sergio Romano ci accompagnerà in una ricognizione storica da Cavour a Berlusconi tra laicità e religione, in cui la delimitazione dei rispettivi ambiti è stata non di rado turbata o addirittura contraddetta da inopportune invasioni di campo.
C’è poi nel nostro paese una sovranità parallela, sotterranea e insidiosa, la sovranità criminale di Cosa Nostra, camorra e ’ndrangheta, che in alcune zone d’Italia e non necessariamente nel Sud, svolgono funzioni legislative, imponendo regole, facendo affari, emettendo sentenze contro affiliati e nemici.
Di questa oscura sovranità parlerà uno dei più autorevoli storici italiani, Salvatore Lupo.
 
Tornano alcuni formati che hanno suscitato tra il pubblico del festival interesse e curiosità.
Le «Parole chiave», che quest’anno sono quattro: Fondi sovrani, Spread, Condizionalità e Grande crisi finanziaria; i «Forum» su chi decide a cura de «lavoce.info» che si interrogheranno sul patto di stabilità interno e il federalismo fiscale chiedendosi «chi comanda in Italia» – tra i protagonisti il Presidente della PaT Alberto Pacher e il sindaco di Verona, Flavio Tosi - e «chi comanda in Europa» in collaborazione con la rivista Limes di Lucio Caracciolo; di grande interesse anche il terzo appuntamento, sul tema dei sondaggi con la partecipazione di Alessandra Ghisleri, Nando Pagnoncelli e Roberto Weber.
Si confermano gli «Incontri del Sole 24 Ore» a cura di Armando Massarenti e gli «Incontri con l’autore» a cura di Tonia Mastrobuoni con un programma fittissimo che vedrà discutere insieme tanti protagonisti del dibattito economico e politico del nostro paese da Mario Monti a Luigi Zingales, da Pier Carlo Padoan a Susanna Camusso da Salvatore Rossi a Maurizio Landini e tanti altri ancora.
 
Anche quest’anno il festival si distingue per la sua attenzione al mondo giovanile: 280 studenti di oltre 40 scuole superiori hanno partecipato ieri in tutta Italia ad una prova d'esame su temi di economia, dopo aver risposto ad un bando del MIUR per 20 borse di partecipazione a Trento, nei giorni del festival: i vincitori saranno ospiti del festival in quella che si annuncia un'esperienza memorabile.
150 ragazzi e ragazze della YSI (Young Scholar Initiative) provenienti da tutto il mondo si riuniranno a Trento, sempre nei giorni del festival, per il loro annuale meeting organizzato da INET, l'Institute for New Economic Thinking promosso da George Soros che, dopo l'esperienza dello scorso anno, ha individuato in Trento e nel festival dell'Economia un appuntamento immancabile per chi si occupa di economia.
Oltre la presenza dei giovani di YSI, che seguiranno un programma di incontri interni, INET porta al festival due «lecture» di straordinario valore, con Andy Haldane e con Perry Mehrling.
 
L’ottava edizione del festival vede nascere 2 nuovi formati: «CinEconomia» e l'«Economia in Scena». Marco Onado, più volte ospite nei programmi del festival, torna nella doppia veste di apprezzato economista e appassionato cinefilo e presenta una selezione di tre pellicole, Thank you for smoking, A cena con il diavolo e Mani sulla città, reinterpretandole con lo sguardo della “Cineconomia”, ovvero soffermandosi sulle suggestioni che i tre film possono offrire all’occhio dell’economista.
 
In maniera analoga Fabio Ranchetti, anche lui studioso già protagonista di precedenti edizioni del festival, commenterà una selezione di testi dalla storia del pensiero economico e dalla letteratura che, dal palcoscenico del Teatro Sociale, verranno letti da due fra i maggiori interpreti della scena teatrale italiana: gli attori Massimo De Francovich e Massimo Popolizio.
Un attore d’eccezione inoltre, la sera del giovedì 30, inaugurerà il format «L’economia in scena»: si tratta di Federico Rampini che con «Occidente estremo» ci porterà in viaggio con i suoi reportage tra i continenti, da San Francisco a Pechino a New York.
Il Festival dell’Economia ripropone alcuni appuntamenti anche a Rovereto: una keynote del Direttore di INET Rob Johnson e un incontro con chi dell’attività e della professionalità sovranazionale fa una virtù: Medicins sans frontieres.
 
Dunque il festival conferma la sua vocazione ad essere un momento di riflessione condivisa e partecipata sulle grandi questioni economiche e politiche del nostro tempo; un tempo, quello che viviamo, denso di incognite sul futuro dell’economia mondiale.
«Una delle lezioni della crisi – come ricorda il responsabile scientifico del festival, Tito Boeri – è che non basta una politica monetaria comune, anche quando questa si spinge molto al di là del seminato, nell’ambito di una unione monetaria. E anche il successo nella lotta contro l’inflazione non impedisce l’instabilità finanziaria e il formarsi di bolle speculative.
«Ci vuole anche una maggiore integrazione fra autorità di regolazione, una unione bancaria, con una supervisione sovranazionale delle banche e meccanismi di gestione delle crisi comuni […] La globalizzazione ha portato con sé l’atomizzazione della catena produttiva con effetti perversi sulla distribuzione del reddito in molti paesi. A che scala è possibile governare questi fenomeni? Forse una giurisdizione nazionale non è più sufficiente ma imparando dagli errori del passato possiamo evitare che le crisi di sovranità si traducano in conflitto.»

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