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Carlo Cottarelli al Festival dell’Economia 2024

Dal suo ultimo libro: «Vi spiego cosa accade nelle stanze del potere»

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Dal ridimensionamento del ruolo del Parlamento alla riforma del premierato, dal racconto dei quattro giorni al Quirinale per formare un governo tecnico alle dimissioni da senatore. Fino all’allontanamento dei cittadini dalle urne.
Un viaggio «Dentro al Palazzo», che è anche il titolo del suo ultimo libro, quello fatto oggi dall’economista Carlo Cottarelli, ex senatore ed attuale direttore del Peses all’Università Cattolica del Sacro Cuore, incalzato dal vice direttore de Il Sole 24 Ore Alberto Orioli.
Un racconto, lui che «nel palazzo» c’è stato, ricco di aneddoti personali e divertenti curiosità, in una sede Ocse gremita. In sala anche il sindaco di Trento.
 
In primis il progressivo ridimensionamento del ruolo del Parlamento.
«Negli ultimi 15 anni sempre più chi fa le leggi non è il Parlamento ma il Governo.
Come? Ricorrendo sempre più spesso a tre strumenti: i decreti legge urgenti, quando l’urgenza non c’è, il voto di fiducia, che di fatto blocca la discussione parlamentare per andare direttamente al voto, e le leggi delega, – ha spiegato, accennando poi come le ultime leggi elettorali abbiano tolto il voto di preferenza. – Se a fare le leggi è il Governo, si toglie il ruolo del Parlamento, il ruolo al dibattito e se passa la nuova riforma costituzionale sul premierato, il Parlamento perde l’ultimo potere rimasto, quello di far cadere il Governo.»
Ha aggiunto, ribadendo la sua contrarietà alla riforma e la necessità di avere un equilibrio di poteri:
«Si possono trovare altri modi per garantire stabilità al Governo».
 
Tra divertenti aneddoti sui privilegi di deputati e senatori e una riflessione sul potere delle lobby e sui finanziamenti pubblici ai partiti, c’è stato spazio per ripercorrere i «quattro giorni su e giù per il Colle» quando, nel 2018, il Capo dello Stato lo chiamò per formare un governo tecnico al fine di traghettare il paese a nuove elezioni politiche.
«Quando ho ricevuto la chiamata stavo per farmi un piatto di lenticchie. Subito ho pensato fosse uno scherzo della Zanzara» il ricordo.
E poi, mosca bianca, le dimissioni da senatore, nel 2023, in disaccordo con il suo partito.
«Avrei potuto rimanere cambiando gruppo parlamentare ma non mi pareva giusto. Che poi faccio più politica ora, prima ero li a scaldare la sedia, il Parlamento oggi è così» – la risposta.
 
Infine l’allontanamento dei cittadini dalla politica, la fuga sempre più rapida negli ultimi 30 anni dalle urne.
E la speranza di Cottarelli, che informando di come funzionano le cose da dentro auspica di riportare la gente a votare:
«Ho fatto un unico disegno di legge, chiedendo che i partiti nei loro programmi elettorali indichino non solo cosa vogliono fare ma anche da dove arrivano i soldi, così non avremmo promesse da marinai.
«La legge depositata non andrà da nessuna parte ma se si fa come iniziativa popolare, con 50 mila firme, allora non potrà essere ignorata» – ha concluso.

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