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Danneggiati filari di viti a parenti del presidente Fugatti

Indagini dei carabinieri su una vicenda legata alla legge provinciale sull'orso

Non volevamo dare notizia di questa idiozia perché chi ha devastato il vigneto di un parente del presidente Fugatti si nutre del risalto che dà la stampa alle sue gesta.
Ma dato che tutti lo hanno pubblicato e, ovviamente, la politica trentina ha espresso la propria solidarietà a Fugatti, ne parliamo anche noi.
Aggiungiamo che l’idea di colpire persone che non c’entrano per nulla con il presidente è da felloni.
Termine usato da Torquato Tasso per definire i colpevoli di gesti insulsi, che sono perfidi e sleale. Cioè che colpisce di nascosto perché non ha coraggio di agire a viso aperto.

Indagini per i danni subiti e solidarietà ai parenti di Maurizio Fugatti che l'episodio dell'altra notte. Un atto intimidatorio legato alla vicenda degli orsi.
L'altra notte è avvenuto un blitz tra i campi di Brentino Belluno al confine tra Veneto e Trentino con numerosi filari di viti danneggiati irreparabilmente da sconosciuti che hanno lasciato un messaggio «Ringraziate chi ha ucciso gli orsi».
I titolari dell'azienda agricola Giuseppe e Cristina Fugatti, cugini del presidente della Provincia Maurizio Fugatti, hanno presentato denuncia e i carabinieri di Caprino hanno avviato indagini.
 
Solidarietà è stata espressa al governatore del Trentino, Maurizio Fugatti, il presidente del Consiglio provinciale di Trento Claudio Soini, esprime totale solidarietà al presidente della Provincia Autonoma per quanto accaduto ai parenti a causa dell'impegno messo in campo dall'esecutivo nelle politiche di gestione dei grandi carnivori.
Secondo gli inquirenti si è trattato dell'ultimo atto intimidatorio nei confronti del presidente Fugatti, per la nuova legge che punta a consentire l'uccisione ogni anni fino a otto esemplari di orso problematici.
 
«Condanniamo con fermezza gli atti vandalici di cui sono rimasti vittime i familiari del Presidente Fugatti ed esprimiamo loro la solidarietà delle nostre organizzazioni di fronte a queste inaccettabili intimidazioni.
«Non ci sono giustificazioni per atti di questo tipo perché, in democrazia, esistono strumenti, luoghi e momenti per esprimere il proprio dissenso in libertà e chi, invece di percorrere la strada della piena legittimazione, usa forme criminali per sostenere le proprie tesi, non solo delegittima la causa che persegue, ma mina anche la convivenza civile di una comunità che rigetta sempre la violenza e le minacce», – si legge nella nota di CGIL CISL UIL.

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