Rovereto, Caso Sicor: necessario l’impegno di tutti
Uniamo le forze per evitare il declino delle relazioni industriali e della qualità del lavoro
Le Acli trentine esprimono tutta la loro solidarietà nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori della Sicor SpA di Rovereto di fronte ad un comportamento aziendale che rifiuta il dialogo e cerca di imporre solo il proprio punto di vista al fine di ottenere il massimo profitto.
Le scelte dell’azienda di disdire prima il contratto integrativo aziendale e successivamente il contratto nazionale dei metalmeccanici, l’uscita da Confindustria ed oggi quella di imporre un contratto che prevede un’insostenibile riduzione salariale al di fuori da qualsiasi regola sindacale e di concertazione, avranno conseguenze pesantissime sulle famiglie, sull’economia e sul territorio.
Le Acli si rivolgono pertanto a tutti i cittadini, ai lavoratori e alle lavoratrici e segnatamente all’Amministrazione comunale di Rovereto e alla Giunta provinciale di Trento al fine di mettere in campo tutte le soluzioni possibili per aprire una trattativa con l’azienda.
È necessaria da questo punto di vista la costituzione immediata di un tavolo fra rappresentanze sindacali, imprenditoriali, la dirigenza Sicor, il Comune di Rovereto, la Giunta provinciale e le forze sociali disponibili per evitare una deriva che potrebbe rendere irreversibile un atteggiamento di rifiuto aprioristico della contrattazione ed il dilagare di contratti privatistici ed imposti dall’alto.
L’oggetto del nostro intervento riguarda anche il pericolo di un effetto domino della deregolamentazione che avrebbe effetti dirompenti e devastanti per l’economia del Trentino e per i livelli di civiltà del lavoro fin qui ottenuti dopo decenni di progresso civile e democratico.
In questo modo verrebbe meno una tradizione consolidata nelle relazioni sindacali che ha sempre privilegiato la concertazione e la ricerca dell’accordo anche in considerazione dell’attenzione che l’ente pubblico ha sempre riservato, nei limiti del possibile, allo sviluppo industriale in una logica di innovazione e della competitività del sistema territoriale.
Anche in questo caso l’azienda dovrebbe inoltre tenere conto dell’attenzione progettuale e dei cospicui interventi pubblici di cui ha beneficiato nel passato e in modo particolare per quanto riguarda il ruolo di Trentino Sviluppo, l’accompagnamento per la realizzazione della nuova sede, l’affiancamento nella ricerca e l’innovazione ed infine i sostegni relativi a particolari sgravi fiscali.
Un territorio è competitivo quando le relazioni industriali sono orientate alla promozione e alla crescita di tutto il contesto sociale e vengono rispettati sia i legittimi interessi dell’impresa, sia i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici in un’ottica di sviluppo condiviso.
Le Acli trentine, unitamente ai Circoli di Rovereto e di Lizzana, ringraziano le Federazioni dei metalmeccanici per il presidio e l’impegno nella salvaguardia dei diritti portati avanti in questo periodo e si uniscono in un sentimento di solidarietà e condivisione alle famiglie dei lavoratori e delle lavoratrici in questo difficile momento.
Questa di Rovereto ed analoghe situazioni di difficoltà che si verificheranno nei prossimi mesi anche in conseguenza della pandemia dovranno trovare il Trentino, con le sue istituzioni e forze sociali, pronto a reggere i contraccolpi di una crisi che si preannuncia purtroppo gravida di incognite.
L’auspicio delle Acli è che si sappia rispondere a tutto questo con un rinnovato sentimento di responsabilità e una cultura organizzativa all’altezza delle sfide future per rilanciare le ragioni ed i valori della solidarietà e dell’impegno per difesa dei diritti dei più deboli.
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