I giovani: «No al bullismo, no al cyberbullismo»
La polizia postale in collegamento con alunni e genitori dell’istituto comprensivo Isera Rovereto per affrontare i rischi della rete
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L’Istituto Comprensivo Isera Rovereto da anni si occupa del contrasto al cyberbullismo, dell’utilizzo consapevole dei social network e della sicurezza in rete.
Grazie a un gruppo di lavoro formato da docenti motivati e preparati, l’Istituto partecipa, con progetti dedicati, a bandi per percorsi/progetti di ricerca-azione, laboratori e attività di formazione, proposti da vari Enti che hanno tra le finalità l’acquisizione di competenze di educazione civica digitale e l’approfondimento dei temi legati al cyberbullismo.
Particolare menzione merita la proficua collaborazione che si è instaurata in questi ultimi anni tra l’Istituto e il Comparto della Polizia Postale e delle Comunicazioni del Trentino Alto Adige.
Sono stati organizzati diversi momenti di confronto e formazione in sinergia con la Polizia Postale, dedicati a studenti, genitori e docenti per sensibilizzare i ragazzi e le famiglie rispetto ai pericoli che si insinuano nell’utilizzo dei canali web.
Gli ultimi in ordine di tempo: martedì 27 aprile 2021 incontro dedicato ai genitori. L'evento è stato realizzato a distanza e ha visto la partecipazione di famiglie e docenti che hanno seguito l’intervento del relatore Mauro Berti, Vice Ispettore della Polizia di Stato e Responsabile dell’Ufficio Indagini Pedofilia nonché scrittore e formatore nell’ambito dei risvolti sociali delle moderne Tecnologie della Comunicazione.
L’attualità delle tematiche affrontate, la professionalità e la competenza del Vice Ispettore Berti hanno conquistato l’attenzione dei partecipanti e offerto molti spunti di riflessione.
Con un linguaggio semplice e ricco di esempi, il Vice Ispettore Berti ha delineato la frontiera dei nuovi social network evidenziandone le peculiarità e di come, dietro a brevi video accattivanti di pochi secondi, si nasconda in realtà una macchina complessa di marketing, fidelizzante e con forte utilizzo dell’intelligenza artificiale.
I nuovi social media colgono i propri utenti, nella fascia adolescenziale, nella voglia di essere belli e famosi come i propri idoli ma con un algoritmo che sceglie per loro, li profila e affina la proposta a loro insaputa.
Parlando poi del rapporto scuola-famiglia, due enti che esercitano un ruolo educativo diverso ma complementare e fondamentali per la crescita della persona, il Vice Ispettore Berti ha sottolineato la necessità di condivisione dello stesso progetto educativo.
Insegnanti e genitori necessitano di essere informati e formati su questi argomenti per conoscere precisamente i fenomeni e per guidare i propri ragazzi a costruire relazioni empatiche, solidali, conducendoli, in particolare, a conoscere il potenziale offerto dalle tecnologie e le conseguenze dell’uso improprio e dannoso delle stesse.
Perché i nostri ragazzi hanno il diritto di trovare in noi adulti delle guide informate, consapevoli, ferme e coraggiose e noi abbiamo il dovere di esserci per loro.
Come dice il Vice Ispettore Berti nel suo ultimo libro «La posta in gioco è altissima: si tratta di Noi, si tratta di Loro».
In precedenza, lunedì 1 febbraio 2021, gli studenti della Scuola Secondaria di Primo Grado “Degasperi” hanno avuto modo di interloquire, seppur a distanza, con l’Assistente Capo della Polizia di Stato Emanuela Faes, che è riuscita a catturare l’attenzione dei ragazzi portandoli a riflettere sulle conseguenze anche molto serie oltre che potenzialmente illegali, cui possono dare luogo comportamenti superficiali attuati negli ambienti digitali.
Durante l’incontro, la relatrice ha più volte ricordato la necessità di definire, in maniera condivisa con i ragazzi, l’insieme delle regole che disciplinano il loro comportamento nei vari gruppi virtuali, così come si fa all’interno di un gruppo classe, in quanto anche i gruppi virtuali sono veri e propri gruppi di lavoro.
Regole che non devono però essere percepite come ordini o divieti, ma confini che servono per interagire in modo equilibrato e che permettono di abitare un ambiente rendendolo utile nel rispetto di tutti i partecipanti.
L’istituto Comprensivo Isera-Rovereto, rappresentato dalla Dirigente scolastica dott.ssa Maria Teresa Dosso, coglie l’occasione per ringraziare tutti i promotori delle iniziative messe in campo fino ad oggi nell’ambito dell’educazione digitale e in particolare l’organico del Compartimento della Polizia Postale, nel nome del Vice Questore della Polizia di Stato, dott. Alberto Di Cuffa, Dirigente del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni del Trentino Alto Adige, per la grande disponibilità e la professionalità dimostrata.
Le attività in collaborazione con il Compartimento della Polizia Postale fanno parte di un progetto, denominato «+CLIC: Cittadini Liberi Informati Consapevoli», ideato e realizzato dall’I.C. Isera-Rovereto in adesione al bando «Educazione civica digitale per abitare la rete e contrastare il cyberbullismo», promosso dall’Agenzia provinciale per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili. Il progetto ha visto la realizzazione di diversi percorsi nell’ambito dell’educazione digitale dedicati a tutta la comunità scolastica: studenti, genitori e docenti, ricevendo il riconoscimento e il supporto dell’Ente promotore.
Gli studenti della Scuola Primaria, sono stati coinvolti in attività che hanno offerto spunti per una riflessione sul tema dell’empatia e dei pregiudizi, punti cardine per una educazione civica (anche al di fuori del digitale).
Sono stati realizzati interventi mirati in ogni classe che hanno portato i ragazzi a produrre disegni, testi, documenti, frutto di una loro personale rielaborazione delle esperienze vissute che saranno resi disponibili anche alla comunità tramite i canali di comunicazione istituzionale.
Nella Scuola Secondaria di Primo Grado prosegue l’attività peer-to-peer iniziata grazie ai progetti dei due anni precedenti.
Un piccolo gruppo motivato di ragazzi delle classi terze, che hanno seguito la formazione come peer educators l’anno precedente, insieme alle insegnanti che hanno partecipato alle attività di formazione, si sono occupati di guidare un gruppo di ragazzi interessati delle classi seconde. I nuovi peer hanno organizzato delle iniziative da proporre ai compagni di tutte le classi della scuola.
L’attività sarà poi ripetuta a cascata l’anno prossimo, coinvolgendo i più entusiasti tra i peer dell’anno precedente nella formazione delle «nuove leve».
Sempre nella Scuola Secondaria di Primo Grado il tema del bullismo e del cyberbullismo è stato affrontato dai ragazzi delle classi seconde anche utilizzando il linguaggio della programmazione informatica attraverso lavori creati con il software dedicato Scratch.
In molti dei prodotti realizzati emergono sentimenti di solidarietà, empatia ma anche di condanna nei confronti di atteggiamenti intolleranti e pregiudizievoli verso il prossimo, lasciando ampio spazio alla fiducia nel futuro, come è giusto che sia.
L’uso di Internet è sempre più radicato nella vita quotidiana di bambini e ragazzi e le connessioni mobili facilitano l’accesso ad un ambiente in cui rischi e opportunità convivono in modo spesso caotico e disorientante.
Ne consegue quindi la necessità di ripensare al ruolo degli adulti come mediatori nei confronti delle esperienze digitali dei minori, essendo sempre più difficile accedere alle esperienze online dei ragazzi e illusorio pensare di poterle dirigere completamente dall’esterno.
Citazioni
Dottoressa Maria Teresa Dosso, dirigente scolastica dell’I.C Isera-Rovereto.
Cyberbullismo, social, digitale e relativi rischi, molte sono state le iniziative promosse e crediamo, pur essendo un percorso lungo e complesso, di essere riusciti ad aumentare la consapevolezza nelle nostre ragazze e nei nostri ragazzi dei pericoli che corrono sulla rete.
Il mondo digitale e il web sono nella vita di tutti i giorni e in particolare, in questo periodo di emergenza Covid, offrono importanti opportunità di comunicazione, istruzione ed educazione.
Quindi è giusto accettarli, utilizzandoli però nel modo corretto e i docenti hanno lavorato in questa direzione.
Per riuscire in questo intento la collaborazione delle famiglie è fondamentale e nell’Istituto Comprensivo Isera Rovereto è sempre stata molto attiva.
Gli incontri organizzati con la Polizia Postale sono stati particolarmente significativi ed efficaci sia per alunni, docenti e genitori.
Professoressa Patrizia Filagrana, referente Commissione prevenzione e contrasto al cyberbullismo e bullismo dell’I.C. Isera-Rovereto.
Cittadini responsabili, autonomi, attivi e il più possibile... felici. Questo in fin dei conti il traguardo ultimo cui noi adulti miriamo sia che siamo genitori o insegnanti.
Le nuove tecnologie fanno ormai parte integrante della vita di tutti noi ed è praticamente impensabile poterne fare a meno.
I nostri ragazzi in particolare, ne sono immersi e i social network rappresentano le nuove piattaforme attraverso le quali tutti gli adolescenti, oggi, si sperimentano e costruiscono la loro identità.
Un’identità digitale a volte distante da quella reale, costruita ad hoc per mostrare solo il meglio di sé o comunque l’immagine che si vuole trasmettere a seconda del social in cui si posta.
Il numero di like e follower costituisce la misura della loro affermazione influenzando la loro autostima.
Il rischio è che per raggiungere l’obiettivo i ragazzi siano disposti a fare, dire o meglio, postare, contenuti inadeguati, che li espongono a potenziali pericoli.
I contesti reali in cui gli adolescenti crescono e si confrontano sono fondamentali come fattori protettivi.
La famiglia e la scuola hanno un ruolo essenziale, ciascuna in ambiti diversi e sicuramente non possono sottovalutare o far finta che la dimensione virtuale non esista o non influenzi la personalità e la vita dei ragazzi.
La scuola dal canto suo ha il dovere di rendere gli studenti più competenti e consapevoli nell’utilizzo delle nuove tecnologie proprio in virtù del traguardo ultimo: cittadini responsabili, autonomi, attivi.
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