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Aria pura certificata dalle… api

Vermiglio lancia il suo marchio di qualità ambientale

Utilizzare il polline prodotto dalle api come strumento per rilevare la presenza nell’aria di 566 principi attivi tra agrofarmaci e metalli pesanti. L’idea, unica nel suo genere, è stata sviluppata dalla Libera Università di Bolzano ed è stata applicata nei diversi borghi solandri.
In base a tale indagine, il territorio di Vermiglio è risultato essere totalmente esente da qualsiasi esposizione di prodotti chimici. Per valorizzare questi invidiabili risultati, l’amministrazione comunale ha deciso di creare Vermilia, un marchio originale che verrà presentato ufficialmente in un incontro pubblico in programma martedì prossimo, 29 agosto, alle 20.30 al Teatro Polo culturale di Vermiglio.
 
«La nostra iniziativa - spiega Michele Bertolini, sindaco di Vermiglio - nasce con l’obiettivo di comunicare in modo semplice e diretto i risultati dello studio indipendente portato avanti dall’ateneo altoatesino. Poter contare su aria pura e priva di contaminanti è un valore aggiunto, del quale i nostri cittadini devono andare fieri e che i turisti meritano di conoscere».
Proprio per questo il marchio Vermilia sarà apposto, oltre che nei cartelli all’ingresso del comune, anche nei luoghi a maggiore afflusso turistico.
 
Durante l’incontro di martedì prossimo verrà anche presentato al pubblico lo studio di Biomonitoraggio della qualità ambientale nella Val di Sole, curato dal professor Sergio Angeli, docente di Entomologia generale ed applicata presso la Libera Università di Bolzano.
«Abbiamo scelto di utilizzare le api come rilevatore ecologico perché questi insetti hanno delle caratteristiche morfologiche ed etologiche uniche» spiega Angeli. «Nessun prelievo eseguito dall’uomo potrebbe mai eguagliarle quanto a capillarità ed efficacia».
Ogni singolo giorno, infatti, ogni ape effettua centinaia di microprelievi distribuiti in un arco di oltre un chilometro da dove è collocato il proprio alveare.
 
Al suo interno ogni alveare conta migliaia di esemplari. Per lo studio sono stati individuati, grazie alla collaborazione con l’Associazione Apicoltori della Val di Sole, Pejo e Rabbi, ben 22 apiari stanziali, distribuiti nei diversi borghi, inclusi quelli delle due valli laterali, inserite nel Parco Nazionale dello Stelvio trentino.
Risultato: due milioni di microprelievi al giorno per alveare, che hanno «puntinato» il territorio solandro, dai confini con la Val di Non fino al Passo del Tonale.
«Abbiamo quindi potuto verificare, in questo primo studio del 2019, sia la presenza di agrofarmaci, la loro concentrazione e la dinamica di distribuzione sul territorio» prosegue Angeli.
 
Per effettuare i test sui contaminanti è stato utilizzato il polline che le api raccolgono quando, lasciando l’alveare, vanno di fiore in fiore. Attraverso delle trappole, il polline prodotto è stato prelevato, sia in primavera, sia in estate, e inviato alle analisi.
In questo modo è stata verificata l’eventuale deriva degli agrofarmaci anche in zone molto distanti dai luoghi di utilizzo.
«Il fatto che il territorio del nostro Comune, al pari di quello della Val di Pejo, sia risultato totalmente esente da qualsiasi esposizione deve essere motivo di orgoglio per noi residenti ma deve anche spingerci a proseguire negli investimenti in tutela ambientale della nostra valle. È ciò che ci chiedono gli ospiti che, sia d’estate sia d’inverno, la scelgono per le proprie vacanze» - conclude Bertolini

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