Bio Green Festival in Valle dei Laghi: ambiente, clima e futuro
Sabato 7 e domenica 8 ottobre sono andate in scena due interessanti giornate di confronto e dialogo
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Sabato 7 e domenica 8 ottobre in Valle dei Laghi sono andate in scena due interessanti giornate di confronto e dialogo, promosse dal Biodistretto, sul tema della sostenibilità, del biologico, della filiera agroalimentare, dell’uso rispettoso delle risorse, della salute della terra, dell’utilizzo dell’acqua e della diffusione di pratiche etiche, salutari e resilienti.
L’agricoltura biologica può senza dubbio diventare fulcro dello sviluppo del territorio ma non può bastare una legge, per quanto importante. È necessario il coinvolgimento e l’impegno di tutti i soggetti coinvolti, di tutti coloro che la terra la lavorano, la abitano e la amano. Il biologico è uno stile di lavoro ma soprattutto uno stile di vita che deve saper rendere concreti gli obiettivi dell’agenda 2030.
Un Biodistretto si occupa di agricoltura, alimentazione e terra ma anche di informazione e formazione ed è per questo che quello della Valle dei Laghi ha promosso questa iniziativa, unendo esperti e operatori del settore in un confronto aperto su temi della tradizione e dell’innovazione, per confrontarsi e costruire insieme delle pratiche utili al territorio e a tutti coloro che lo vivono.
Molti i giovani tra i partecipanti, elemento che fa ben sperare per il futuro e che sottolinea come le nuove generazioni siano tendenzialmente più propense a ragionare su certe tematiche, a mettersi in gioco e aprirsi a cambiamenti necessari per il benessere del suolo e della comunità.
Il Bio Green Festival ha dimostrato quanto siano importanti gli approcci che partono dal basso per poter trasformare le esigenze del territorio in proposte, progetti e realtà.
Tutti i soggetti coinvolti nel sistema agricolo biologico devono essere responsabili e consapevoli della necessità di un progetto comune basato su una visione condivisa e metodi collettivamente riconosciuti e riconoscibili.
«Sono gli agricoltori gli attori principali, dunque, devono essere presenti nei luoghi in cui si parla di agroecologia – racconta Stefania Lusuardi, vicepresidente del Biodistretto della Valle dei Laghi – e in cui si costruisce un’interconnessione ampia che sappia coinvolgere più soggetti possibili con uno sguardo necessariamente rivolto al futuro, della nostra terra e della nostra comunità».
Molti degli interventi del ricco programma del festival hanno messo in luce quanto si debba lavorare sulla consapevolezza di essere parte di un sistema globale altamente interconnesso a livello climatico, agroalimentare, sociale, economico, ecc.
«Gli spunti raccolti sono senza dubbio molto preziosi e interessanti – conclude Marco Pisoni, presidente del Biodistretto della Valle dei Laghi – e questi due giorni sono solo un primo passo sulla strada che puntiamo di percorrere come Biodistretto per disegnare le traiettorie future del nostro territorio insieme agli agricoltori, ai produttori e ai consumatori finali, per creare una cultura che sappia valorizzare un territorio e alcuni modelli etici e sostenibili».
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