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Celebrata la giornata mondiale dell’alimentazione

Carlo Bridi ha ricordato l'importanza di sensibilizzazione nelle scuole che «Il cibo dipende dal pianeta che dobbiamo consegnare alle future generazioni»

Celebrata all’Istituto Marconi di Rovereto su proposta di ASSFRON, la «Giornata mondiale dell’alimentazione», una giornata voluta dall’ONU per ricordarci il dramma della fame nel mondo, l’importanza e l’urgenza di cambiare le nostre abitudini al fine di creare un futuro migliore e più sostenibile per tutte le popolazioni del Pianeta Terra.
Queste le parole d’ordine per la Giornata del 2023: «l’acqua è vita, nutre noi e l’intero universo vegetale e animale, ogni goccia d’acqua conta e le ns/ azioni quotidiane fanno la differenza» ed ancora: dobbiamo puntare ad una nutrizione migliore per tutti.
 
Ma l’auspicio della giornata è anche quello di un ambiente migliore, che può essere solo il frutto dell’impegno di ciascuno di noi nella nostra vita quotidiana.
Nel 2022 le catastrofi causate dai cambiamenti climatici sono costate 400 miliardi.
L’incontro è stato aperto dalla dirigente prof. Daniela Depentori che ha sottolineato l’importanza di approfondimento di questi temi che riguardano tutti, come l’obiettivo dell’ONU 2030: fame 0.
La responsabile d’area prof. Lucia Maniago, ha sottolineato il ruolo dei giovani in un nuovo rapporto fra cibo salute e ambiente.
 
Su questi temi illuminante la durissima presa di posizione di Papa Francesco che il giorno di S. Francesco con la Laudate Deus ha lanciando un forte grido: «Siamo vicini al punto di rottura per quanto si cerchi di negarli, di relativizzarli i segni del cambiamento climatico sono sempre più evidenti e più drammatici».
Un’esortazione che aggiorna della Laudato Si del 2015.
Ma quali le cause di questo impazzimento del clima?
 
Corale la denuncia della situazione insostenibile attuale, dei relatori della mattinata con gli studenti del Marconi, Carlo Bridi segretario ASSFRON e il prof. Andrea Segrè collegato online con la reggia di Danimarca dove oggi ha celebrato l’evento assieme alla principessa Maria.
Essi hanno ricordato come le emissioni di CO2 nell’atmosfera con 430 ppm cifra mai raggiunta in passato sono la causa maggiore.
Che il nostro Pianeta sia gravemente malato e che ogni anno stia peggio lo dimostra un dato irreversibile: quest’anno il 28 luglio avevamo esaurita la capacità di rigenerazione per l’intero 2023.
Ebbene, oltre il 40% di queste emissioni è causato dagli sprechi alimentari, dell’acqua e dell’energia.
 
E questo anche se per una serie di concause in Italia nell’ultimo anno gli sprechi alimentari sono calati del 25% ha ricordato Segrè citando l’ultimo rapporto di Laste Minute Market coordinato proprio dal professore dell’UNIBO.
Ma la crisi attuale porta anche i poveri a fare delle scelte sbagliate, per mancanza di soldi essi acquistano cibo spazzatura.
Noi, ha ricordato Segrè, abbiamo messo a disposizione di tutti «lo sprecometro», un sistema molto semplice per misurare gli sprechi alimentari.
 
«Ma il cibo dipende dal pianeta che – come ricorda il Papa – lo abbiamo in prestito dalle generazioni future e lo dobbiamo restituire vivibile.»
«In quest’ottica vanno molto apprezzati e incoraggiati i tanti giovani che si battono per un mondo più giusto, più equo e più solidale attento alla salvaguardia del creato», – ha ricordato Bridi che ha sottolineato anche l’importanza di questi momenti di sensibilizzazione nelle scuole di ogni ordine e grado come quella che fa ASSFRON, da oltre 13 anni.
 
Ma qual è oggi la situazione della fame nel mondo?
Da una parte fra gli 800 e i 900 milioni di persone in povertà assoluta, 6 milioni nella sola Italia, dall’altra 2 miliardi di persone che hanno problemi di sovrappeso o di obesità con un costo di oltre 2.5 miliardi di euro l’anno per il servizio sanitario nazionale.
I più esposti sono i bambini, ha ricordato il medico dott. Giuseppe Frattin, altro volontario ASSFRON, fondamentale un corretto rapporto cibo salute e l’idratazione.
A fronte di questo quadro desolante cosa può fare ciascuno di noi?
Ciascuno di noi deve fare la propria parte non dimentichiamo che i danni maggiori gli facciamo noi, ma che le conseguenze maggiori le subiscono quei 3 miliardi di persone che vivono nei paesi impoveriti ha concluso Bridi.

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