«Orsi, dal Tar un passo avanti: verso un cambio di approccio»
Failoni: «Si rafforza l’auspicio di una svolta sull’importanza degli strumenti che garantiscono la sicurezza delle persone e la gestione dei grandi carnivori»
«Il pronunciamento del Tar di Trento che in merito all’ordinanza di abbattimento degli orsi JJ4 e MJ5, la prima responsabile dell’uccisione del giovane Andrea Papi, ha rimesso la decisione alla Corte di Giustizia europea è un passo in avanti nella complessa vicenda amministrativa e giudiziaria che riguarda la gestione dell’orso in Trentino.
«Ci auguriamo che tale passo possa rafforzare la speranza verso una piena consapevolezza in ambito europeo sull’importanza della gestione dei grandi carnivori e verso un cambio di approccio, rispetto alla posizione finora tenuta dal Consiglio di Stato sull’abbattimento degli esemplari pericolosi.
«In gioco, lo ricordiamo, ci sono gli strumenti operativi che devono garantire in primo luogo la sicurezza delle persone, oltre alla prosecuzione delle attività dell’economia di montagna e alla gestione della fauna.»
Queste le considerazioni dell’assessore provinciale con delega alla gestione dei grandi carnivori Roberto Failoni, riguardo all’ordinanza del Tribunale regionale di giustizia amministrativa di Trento che ha rimesso all’organo di giustizia comunitario la valutazione sulla corretta interpretazione della normativa rispetto all’adozione di provvedimenti di rimozione di orsi «problematici».
Il riferimento è alle ordinanze di abbattimento dei due orsi firmate dal presidente della Provincia di Trento.
Va poi precisato, aggiunge l’assessore, che nel suo pronunciamento il Tar di Trento ha ribadito la correttezza dell’operato provinciale e ha altresì sottolineato l’ineludibile pericolosità dell’orsa JJ4.
Il fatto, quindi, che il tribunale amministrativo di Trento abbia deciso di rivolgersi alla Corte di Giustizia europea è positivo per la Provincia autonoma di Trento che ha trovato nelle argomentazioni del Tar piena rispondenza alle proprie tesi.
Il quesito posto dal TRGA di Trento alla Corte di giustizia europea è infatti volto a chiarire la corretta interpretazione della direttiva Habitat nella parte che riguarda le misure da adottare per gli orsi pericolosi.
Ci sono due tesi a confronto. Secondo la tesi sostenuta dalla Provincia autonoma di Trento e condivisa dal TRGA di Trento, esiste una parità tra le due misure, la cattura per collocare l’animale in cattività o l’abbattimento, considerato che entrambe comportano la rimozione dell’esemplare dall’habitat naturale.
Nella lettura opposta, sostenuta dai ricorrenti e dal Consiglio di Stato, esiste una gerarchia tra le due misure, con un vincolo per le istituzioni di procedere prioritariamente con la cattura.
«Come si evince da queste valutazioni – conclude Failoni – non c’è nessuna sconfitta per l’Amministrazione provinciale, come qualcuno vorrebbe far intendere.
«La Provincia agisce invece con correttezza, perseguendo gli obiettivi sopra delineati a garanzia della collettività.
«Si apre invece un nuovo capitolo che speriamo possa portare a un chiarimento definitivo sul tema, assolutamente attuale e sentito specie dalle persone che vivono e lavorano in montagna, dei grandi carnivori.»
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