Chi era il «Comandante» del film che apre i Festival di Venezia
Todaro affondò una nave e salvò i naufraghi. Quando gli chiesero perché li aveva salvati rispose: «Sono italiano. Lo facciamo da 2.000 anni e continueremo a farlo»
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Ne abbiamo già dato notizia qualche giorno fa, ma ci sembra il caso di spendere altre due parole sul film presentato a Venezia intitolato «Comandante», perché è la prima volta che il cinema produce una pellicola sulle avventure di un nostro eroe di Marina.
È vero che abbiamo perso la guerra, come è vero che tutto ciò che è collegabile al fascismo debba essere condannato. Ma non dobbiamo dimenticare i nostri eroi. Non hanno combattuto per il fascismo ma per l’Italia.
E sono stati eroi almeno come quelli esaltati nei film americani, solo che non ne abbiamo mai parlato per non essere definiti «nostalgici».
Noi non siamo assolutamente nostalgici e siamo più che convinti che la guerra voluta dal Duce sia stata la disgrazia più grande subita dal nostro Paese.
Ma i militari hanno fatto il loro dovere. E bene. In certi casi benissimo
Il film «Comandante», che apre il Festival di Venezia, è la storia di Salvatore Todaro, comandante di sommergibile, di cui vale la pena spendere alcune parole.
L’eroe è interpretato dall’attore Pierfrancesco Favino, che intervistato a Venezia ha ammesso che la sua parte nel film lo ha emozionato.
Qual è la storia vera di Salvatore Todaro?
Salvatore Todaro nasce nel 1908 a Messina. Ma è a Sottomarina di Chioggia, dove cresce, che s'innamora perdutamente del mare. Già a 15 anni è a Livorno per frequentare l'Accademia navale. Fino poi a diventare ufficiale della Regia Marina.
Nel 1933, durante un'esercitazione, un incidente gli procura la lesione della colonna vertebrale. Questo gli avrebbe consentito di poter godere di un congedo illimitato e di ricevere una pensione d'invalidità. Todaro invece preferisce restare nella Marina ricorrendo a un busto rigido per il resto della vita.
Tra il '36 e il '37 ottiene il grado di Capitano di Corvetta [sarebbe maggiore nell’esercito - ndr] e guida diverse spedizioni a bordo di sommergibili.
Un mese dopo l'entrata in guerra dell'Italia, nel luglio 1940 Todaro diventa comandante del nuovissimo sommergibile Comandante Cappellini.
Il 16 ottobre, l'episodio che cambia la vita del militare. Al largo di Madera, il Cappellini incrocia un piroscafo belga. Il Belgio all'epoca era neutrale ma Todaro viene attaccato, quindi risponde silurando il mercantile. E si scoprirà che portava ricambi militari per gli inglesi
Dopo l'affondamento, Todaro offre aiuto e cibo a 26 sopravvissuti. Quando la zattera affonda, decide di farli salire a bordo. Secondo, appunto le leggi del mare. Li porterà sani e salvi fino alle Azzorre.
Karl Dönitz, comandante in capo dei sommergibilisti tedeschi, lo appellerà il «Don Chisciotte dei mari».
Il comandante belga, dopo la guerra, dirà che, quando chiese a Todaro il perché di un gesto che lui non avrebbe fatto, la sua risposta fu: «Sono italiano. Lo facciamo da 2.000 anni e continueremo a farlo».
Nel novembre 1941 Todaro passa al servizio della X Flottiglia MAS, quella che portò a termine le più belle operazioni della Marina nel corso della guerra.
Con la X Flottiglia MAS prende parte al blocco del porto di Sebastopoli nel Mar Nero, contro le forze della marina sovietica.
Di ritorno nel Mediterraneo dopo questa spedizione, Salvatore Todaro muore all’età di 34 anni durante un attacco al porto tunisino di Bona.
E' stato raggiunto nel sonno da una raffica di mitraglia sparata da uno Spitfire inglese, esattamente come aveva predetto.
Nel corso della sua carriera aveva ottenuto una Medaglia d’Oro, tre Medaglie d’Argento e due Medaglie di Bronzo al Valor Militare.
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