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Il papa non tiene l’omelia della Domenica delle Palme

Potrebbe essere solo affaticato, ma è anche una gelida reprimenda all'umanità

Papa Francesco, dopo la lettura del Vangelo, ha preferito rinunciare a pronunciare il testo preparato.
Ma alla fine della celebrazione ha pregato per le vittime dell'attentato di Mosca e per l'Ucraina e Gaza.
È la Domenica delle Palme, che segna l’inizio della terribile Settimana Santa. Gesù, dopo essere stato accolto come Re dei giudei, verrà condannato alla crocifissione. Risorgerà a Pasqua.
 
Ma alla fine della Messa e con la recita dell'Angelus, Francesco non ha voluto rinunciare a un commento sulla situazione politica mondiale.
Ha pregato per le vittime del vile attentato terroristico compiuto l'altra sera a Mosca, affinché Dio converta i cuori di quanti pensano, organizzano queste azioni disumane che offendono Dio, che ha comandato di non uccidere.
Ha ricordato la martoria Ucraina e il disastro della Palestina.
 
È la prima volta – a quanto ci risulta – che un papa nell’epoca moderna rinunci a pronunciare l’omelia della Domenica delle Palme.
Forse è stanchezza, come dicono gli osservatori, ma forse è un terribile monito: qualcosa di più di «non ci sono parole».
È come se avesse detto che l’umanità deve trovare dentro di sé la forza per vincere il male.

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