Il viaggio segantiniano di Arco Obiettivo Europa
Il comitato Arco Obiettivo Europa ha ripercorso alcuni dei luoghi segantiniani
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Il 28 settembre 1899 sullo Schafberg in Svizzera moriva a soli 41 anni Giovanni Segantini.
A 125 anni dalla sua scomparsa, nel fine settimana del 28 e 29 settembre il comitato Arco Obiettivo Europa (che gestisce i gemellaggi del Comune di Arco) ha ripercorso alcuni dei luoghi segantiniani. Il gruppo era composto da una sessantina di persone guidate dal direttivo di Arco Obiettivo Europa con il presidente Michele Maroni e il vicepresidente Lino Rosà e accompagnato dal noto storico arcense Romano Turrini.
Prima tappa: la Galleria d’arte moderna a Milano, dove sono esposti capolavori quali «Le due madri», «L’angelo della vita» e «L’amore alla fonte della vita». Vedere da vicino queste opere, collocate in uno splendido palazzo, ha suscitato le prime, grandi emozioni. A seguire, Pusiano, paese della Brianza sulle rive del cui lago è ambientato il quadro «Ave Maria a trasbordo».
Qui il gruppo arcense è stato accolto da alcuni membri dell’associazione culturale Promoterre e accompagnato in un suggestivo itinerario lungo le vie del borgo dove erano collocate riproduzioni delle opere principali di Segantini, che una guida ha illustrato con particolari inediti, curiosi, dove la storia è a un passo dalla leggenda.
La visita guidata è continuata nello spazio segantiniano all’interno del palazzo municipale, dove sono esposte copie delle opere di Segantini, retroilluminate, presente anche l’editore Paolo Cattaneo, che ha curato la stampa di diversi libri riguardanti il maestro italiano del divisionismo.
La prima parte del viaggio si è conclusa a Chiavenna in provincia di Sondrio, per affrontare il giorno dopo la salita verso Maloja. Prima meta: il cimitero del paese dove sono sepolti il pittore e i suoi familiari. Sulla tomba sono stati deposti un omaggio floreale con nastro giallo e azzurro e una pietra proveniente dal Bosco Caproni; una breve cerimonia accompagnata dal canto del «Signore delle cime», con lo sguardo, intorno, alle cime care a Segantini, che si stagliavano nel cielo azzurro.
Sempre a Maloia il gruppo arcense ha fatto visita all’atelier che si trova accanto allo chalet dove il pittore ha vissuto per quattro anni con la sua famiglia. Il cammino del gruppo è continuato poco più in alto, in un luogo straordinariamente panoramico, verso una torre imponente che Segantini avrebbe voluto trasformare in un luogo di accoglienza e di studio.
Nel pomeriggio, Saint Moritz, per visitare il celebre museo dedicato a Segantini, che custodisce opere straordinarie e celeberrime come «Ave Maria a trasbordo», «A messa prima», «Mezzogiorno sulle Alpi» e «Ritorno all’ovile». Ma è salendo al piano superiore, sotto il tetto a cupola, che ogni partecipante ha sostato più a lungo per ammirare il «Trittico», i tre grandi quadri a cui Segantini si era dedicato nell’ultimo periodo della sua vita.
Il ritorno ad Arco attraverso l’Engadina e la valle dell’Adige ha concluso il viaggio, del quel negli occhi e nel cuore di tutti i partecipanti sono rimasti emozioni e ricordi indelebili.
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