Obiettivi della variante al Prg in Consiglio comunale
Il sindaco di Trento: «Porteremo gli obiettivi della variante al Prg in Consiglio comunale, ma lo stop al consumo di suolo resta»
«Porteremo all’attenzione del Consiglio comunale l’avvio del procedimento di variante tecnica al Prg già approvato dalla Giunta sulla base degli obiettivi approvati dal Consiglio precedente. Ma sicuramente non cambieremo la nostra visione della città futura, che si ispira alla transizione ecologica: a Trento non si potrà consumare altro territorio, il principio ‘consumo di suolo zero’ rimane valido».
Così il sindaco Franco Ianeselli commenta la sentenza del Tar che accoglie le tesi del ricorso presentato da Trento unita, Fratelli d’Italia e Lega in merito alla variante tecnica del piano regolatore. In particolare, per le opposizioni gli obiettivi della variante dovevano essere approvati dal Consiglio comunale, non dalla Giunta.
La scelta della Giunta di non presentare la delibera impugnata in Consiglio comunale è così motivata dall’assessora all’urbanistica Monica Baggia: «Nei Comuni trentini gli obiettivi del Prg vengono di solito approvati dalla Giunta, non dal Consiglio, a cui poi spettano la prima e la seconda adozione della variante e la valutazione delle eventuali osservazioni. E comunque con la delibera annullata la Giunta comunale non aveva riformulato gli obiettivi limitandosi a riprendere quelli approvati dal Consiglio comunale nel 2018 e ad avviare il procedimento per attuarli. Dunque l’Aula si era già espressa su quei principi che la Giunta ritiene attuali e condivisibili. Comunque porteremo la decisione in Consiglio comunale al più presto, anche per non perdere altro tempo, visto che ci sono degli adeguamenti di natura tecnica della cartografia che sono molto urgenti. Infatti ad oggi il non completo allineamento con il sistema pianificatorio provinciale compromette la possibilità di impostare future varianti sostanziali».
Tra gli indirizzi urbanistici più contestati dall’opposizione ci sono proprio quelli riguardanti «lo stop al consumo di suolo, coerentemente con gli indirizzi della legge urbanistica provinciale, che prende atto della natura del suolo quale bene comune e risorsa non rinnovabile e afferma la necessità di favorire il riutilizzo, la rigenerazione ed eventualmente la densificazione dell'esistente».
A ciò si aggiunge «la conseguente salvaguardia e la valorizzazione del territorio agricolo e rurale, la razionale distribuzione delle attività al fine di una mobilità efficiente, il freno alla dispersione delle urbanizzazioni».
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